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Mastergreen

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L'umanità al centro della salvezza del pianeta.
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Più di due miliardi e mezzo di clienti nel mondo; 35 milioni di imprese servite; un progetto di inclusione finanziaria per un miliardo di persone; un piano di riforestazione che prevede di piantare 100 milioni di alberi e un Global Sostenibility Innovation Lab in Svezia che punta a innovare i processi. una multinazionale che ha fatto dell’inclusione finanziaria e della sostenibilità sociale, economica e ambientale A guidare la strategia sostenibile del colosso finanziario americano c’è un italiano: Nicola Villa, Executive Vice President, Strategic Growth Global Lead, Government Center of Excellence un passato in Cisco e IBM.  Non è un cervello in fuga ma un presidio strategico sull’impresa globale che gratifica la reputazione manageriale nel mondo.

“Lavoriamo da molto sul concetto di inclusione finanziaria come motore di uno sviluppo economico piu’ sostenibile, con numeri importanti che sono funzionali ad una azione collettiva senza pari da parte sia nostra, sia del nostro ecosistema di partners e consumatori. Solo negli ultimi 5 anni siamo riusciti a includere finanziariamente mezzo miliardo di persone e di imprese in giro per il mondo, e l’anno scorso abbiamo creato un nuovo commitment per includere un ulteriore mezzo miliardo nell’economia reale, tra cui 35 milioni di piccole imprese. Ora stiamo applicando lo stesso approccio sui temi legati alla sostenibilita’ ambientale. Con molte aziende del nostro sistema abbiamo lanciato un programma che si chiama Priceless Planet Coalition, con l’obiettivo di mobilitare una parte sempre piu’ ampia di quei due miliardi e mezzo di consumatori che serviamo, in funzione di un obiettivo concreto: contribuire alla riforestazione piantando 100 milioni di alberi! La coalizione si avvale per questo del prezioso supporto di partner scientifici come Conservation International e World Resources Institute, oltre al Comitato Consultivo, che selezionano rigorosi standard scientifici per identificare le località più adatte in cui piantare gli alberi e per monitorare i nostri sforzi. Una grande sfida per noi: come guidare il cambiamento spostando il raggio di azione dall’intelligenza collettiva a milioni di azioni individuali”.

I processi di sostenibilità hanno tante angolature di visuale: istituzionale, industriale, culturale ma è certamente dal mercato, quindi dal consumo, che trova le motivazioni e le risorse per passare dalle parole ai fatti. Ed ecco il carbon calculator made in Svezia… 

“Abbiamo investito in una partnership con un’azienda Fintech in Svezia che si chiama Doconomy che ha creato uno strumento, il Mastercard Carbon Calculator un sistema che aiuta il consumatore a capire quelle che sono le conseguenze delle decisioni sul proprio stile di vita, compresa la propria spesa, sulle emissioni di biossido di carbonio, tutto attraverso una semplice App. L’idea non è quella non di far spendere meno, ma di aiutare a spendere meglio per migliorare la qualità della vita e dell’ambiente. Da qui nasce poi l’idea di aprire il nostro Global Innovation Lab sulla sostenibilità proprio a Stoccolma, mobilitando una serie di organizzazioni sia pubbliche che private per creare nuove soluzioni. Una delle quali, tra l’altro, riguarda l’applicazione delle nostre tecnologie blockchain per trasformare intere catene del valore, sia di prodotti agricoli che industriali, rendendole più sostenibili”.

La verità è che quando si gestisce – fra virgolette ovviamente – una comunità di oltre due miliardi e mezzo di persone qualsiasi battito di ciglia diventa un uragano. C’è la piena consapevolezza in Mastercard che l’azione di responsabilità legata all’educazione globale e una scelta certo, ma anche un dovere imprescindibile? 

Mastercard è un’organizzazione che, riuscendo a mobilizzare un ampio ecosistema di partners e consumatori, è in grado di raggiungere obiettivi importanti. Ho parlato precedentemente dell’inclusione finanziaria con il programma 1 Billion Stronger, progetto proposto alle Nazioni Unite che nei prossimi quattro anni avrà mobilitato un miliardo di persone includendole nell’economia reale, con 35 milioni di piccole e medie imprese la metà delle quali tra l’altro gestite da donne. L’obiettivo qui è di contribuire collettivamente a rendere la futura crescita economica più equa ed inclusiva. Con lo stesso approccio stiamo mobilitando consumatori e imprese nel campo della sostenibilità, intervenendo innanzitutto sulle nostre emissioni che contiamo di rendere Net Zero entro il 2050. Abbiamo lanciato poi una directory mondiale su materiali sostenibili per le carte fisiche, per stimolare centinaia di banche a immettere sul mercato prodotti riciclati, riciclabili e bio degradabili.  E infine con il Sustainability & Innovation Hub di Stoccolma prevediamo di mobilitare decine di aziende private, organizzazioni del settore pubblico e OMG per sviluppare nuove soluzioni tecnologiche e modelli di collaborazione che accelerino il lancio di progetti green, su larga scala”.

La dematerializzazione finanziaria riscrive le regole del consumo e quindi dei mercati. Amazon, per esempio, ha già lanciato i primi negozi dove prendi i prodotti che ti servono ed esci senza passare dalla cassa: la scansione automatica fa il resto e l’importo relativo all’acquisto viene addebitato in tempo reale. Viene voglia di dire invisibilità finanziaria

“Innanzitutto, la pandemia ha diminuito a livello mondiale l’utilizzo del denaro contante. Stiamo poi andando verso un mondo nel quale i pagamenti diventano digitali e sempre più “contactless”. Sistemi di “tap and go” sono ora presenti anche in Italia, che tra l’altro ha una posizione di leadership in Europa, come ad esempio sulla metropolitana a Milano: quando torno a Milano, da un paio di anni non compro più i biglietti cartacei ma pago avvicinando la mia carta o il telefono al tornello. Altro elemento fondamentale sono i nuovi modelli di business legati a Open Banking e Fintech. Le Fintech in particolare sono le startup del futuro, che permettono già di snellire ed efficientare i processi di pagamenti in una miriade di settori economici. Le nuove frontiere saranno poi legate alle monete digitali, sulle quali Mastercard sta assumendo un ruolo di leadership, ed alla convergenza tra pagamenti digitali ed il mondo fisico: Qui in Olanda ad esempio oggi sono in grado di entrare in un edificio per affittare una sala riunioni, richiedendo attraverso il mio telefonino quale temperatura e il livello di luce che voglio avere; posso poi pagare solo per l’energia che ho consumato, ma il pagamento avviene separatamente e manualmente, quando ricevo la fattura dopo due settimane. E se riuscissi a fare in modo che il mio telefono paghi direttamente al sensore nel momento che questo abilita luce e l’aria condizionata, facilitando la fruizione del servizio e accelerando tra l’altro un consumo più consapevole dei prodotti e servizi che sto utilizzando?”

Entriamo nella comunità del potentissimo marchio Mastercard. Parte dalla “banale” carta di credito per diventare che cosa in termini di mercati e di competenze?

“Mastercard e un’azienda tecnologica che è cresciuta nel mondo delle carte di credito e che si è poi diversificata negli ultimi anni con soluzioni di pagamento digitale sempre più sofisticate, sviluppando intorno ad esse servizi innovativi come cyber security, la verifica delle identità digitali sulle transazioni online, la gestione di programmi di fidelizzazione del consumatore, e cosi’ via. Quindi ha allargato la propria focalizzazione dal mondo bancario a quello dei settori del piccolo commercio e della grande distribuzione, collaborando poi con i grandi digital players, estendendo infine il proprio focus sui settori del Fintech e della pubblica amministrazione. Oggi siamo un’azienda presente in 210 paesi che serve oltre due miliardi di consumatori, supporta centinaia di migliaia di imprese anche piccole e medie, si relaziona con migliaia di istituti finanziari e centinaia di enti pubblici. Siamo una multinazionale che ha fatto dell’inclusione finanziaria e della sostenibilità sociale, economica e ambientale il cuore della propria strategia” 

Chiudiamo con l’italiano Nicola Villa. Come vedi il nostro Paese, soprattutto come lo vede la comunità finanziaria internazionale, dopo due anni di pandemia ma con segnali di ripresa economica e di credibilità importanti?
Il cambiamento percepito dall’estero è evidente soprattutto nei ultimi diciotto mesi, proprio a cominciare dalla reazione inizialmente difficile, ma poi sempre più decisa alla pandemia. Molte delle attività e dei programmi messi in atto dal governo italiano sono stati presi ad esempio da molti paesi in Europa e nel mondo. Ed oggi nella fase di recovery vediamo prospettive per uno sviluppo economico sostanziale, sottolineato dalla previsione di un aumento del + 6% del Pil da parte del governo per il 2022. Dall’estero vedo anche – e soprattutto – un concetto di identità nazionale e locale rinati, con un ruolo internazionale che sta crescendo in solidità. Senza dimenticare il fatto che intanto abbiamo vinto un campionato europeo di calcio, vinto medaglie olimpiche che non avevamo mai vinto, siamo andati più forti in bicicletta e vinto a pallavolo, e cantiamo canzoni rock meravigliosamente…”.

Banksy a Parma in Mixed Reality e la Digital Humanities di Nuvolaverde

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Banksy
Banksy

Banksy come non l’avete mai visto, aumentato grazie al visore Microsoft HoloLens 2: ovvero la ‘magia’ della mixed reality di Hevolus grazie a Microsoft a Palazzo Tarasconi a Parma. Il 17 gennaio iniziativa di esordio del mentoring program Digital Humanities Design organizzato da Nuvolaverde. Sarà proprio Palazzo Tarasconi la sede ufficiale della piattaforma che ha l’obiettivo di definire figure manageriali in grado di applicare modelli innovativi nella fruizione e valorizzazione dei beni artistici e culturali italiani. Il programma è realizzato in collaborazione con il Master in Comunicazione Digitale dell’Università di Parma, con Banca Generali Private, con Hevolus e Askanews. 

L’evento mixed reality su Banksy – organizzato da Boutique Agency – sarà l’ultimo atto della mostra che chiude i battenti e nello stesso tempo segna l’apertura di un percorso di grande visione strategica. “Come Banca Generali Private  in collaborazione con Nuvolaverde e sotto l’egida del filosofo Luciano Floridi da Oxford e Alma Mater Bologna, saremo il partner capofila del mentoring program Digital Humanities Design. Crediamo che una grande Banca debba essere in prima linea nella definizione di una strategia di sviluppo del Paese – afferma Alessandro Mauri, Area Manager Banca Generali Private Emilia-Romagna, Toscana e Bassa Lombardia – e che investire nel futuro d’impresa per il patrimonio culturale sia la strada giusta anche in vista dei grandi cambiamenti che la transizione digitale sta portando in questo settore di grande rilievo strategico per il nostro futuro economico e sociale”. 

L’obiettivo del mentoring program è definire le competenze di una figura manageriale che, attraverso le tecnologie digitali, contribuisca alla fruizione e valorizzazione innovativa del nostro patrimonio. Questo processo ha il fine di generare nuove competenze (studenti, neolaureati) o rigenerarle (professionisti, manager, imprenditori, dirigenti PA) sotto l’egida scientifica di Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica dell’informazione alla Oxford University e professore di Sociologia della Cultura e Comunicazione Università Bologna. Coordinamento scientifico e attività di informazione eventi e studi sono sotto la direzione del presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.

Digital Humanities Design è uno fra i numerosi mentoring program organizzati da Nuvolaverde (Transizione Digitale, Informazione aumentata, Green&Blu, Diversity e Inclusion) tutte legate al concetto chiave di design concettuale: È il design concettuale, non la logica formale – spiega Luciano Floridi – che si trova al cuore del pensiero. La conoscenza è design, e quella filosofica è l’ultima forma di progettazione concettuale. La filosofia non è nemmeno un’aspirina concettuale, una super-scienza o la manicure del linguaggio. Il suo metodo è il design concettuale, cioè l’arte di identificare e chiarire domande aperte e di ideare, raffinare, proporre e valutare risposte esplicative. La filosofia può essere estremamente utile poiché, intesa come progetto concettuale, forgia e perfeziona le nuove idee, teorie, prospettive e, più in generale, la struttura intellettuale applicata per comprendere e affrontare le domande che ci sfidano”.

L’attività di orientamento sulle Digital Humanities si propone di fornire strumenti funzionali all’azione promozionale (web marketing, social networking) e alla relazione digitale con visitatori e turisti (realtà virtuale e aumentata).  “La valorizzazione digitale del patrimonio culturale è funzionale a diversi punti di vista – spiega Enzo Argante che coordinerà il gruppo di studenti del Master in Comunicazione Digitale dell’università di Parma –: la digitalizzazione assicura vita eterna ai nostri beni culturali costituendo database utilizzabile sia dal punto di vista della classificazione che della ricerca; consente l’accesso anche alle opere nei ‘magazzini’ penalizzate dalla mancanza di spazi espositivi o di risorse per crearne di nuovi; all’interno della stessa struttura museale o via internet – anche grazie ai social network – è fondamentale in un ottica promozionale. La digitalizzazione, infine, potrebbe assicurare – con semplici ed economiche applicazioni aggiuntive – la tracciabilità delle opere. Il target dei mentoring program è articolato: indirizzare i giovani alle tecniche e ai linguaggi digitali, strumento indispensabile per la competitività internazionale professionale e d’impresa; indirizzare operatori e manager sulle pratiche e sui linguaggi base della conoscenza (e quindi dell’apprendimento) digitale; creare consapevolezza sulla cultura prima risorsa per il futuro economico del Paese”.

C’è poi la tecnologia digitale che è in grado di ampliare la sfera emozionale nella relazione  attraverso smartphone, tablet e occhiali smart ma soprattutto grazie agli Hololens è possibile concepire e strutturare nuovi e coinvolgenti modelli di relazione con il pubblico: “Dalle informazioni aggiuntive sulle opere – afferma Antonio Squeo, Ceo e co-founder di Hevolus – alle ricostruzioni digitali di opere e siti con inserimento di personaggi, situazioni e oggetti 3D che consentono di rivivere i contesti originali, in una lopica di Metaverso”.

Il mentoring program di Nuvolaverde potrà contare sulla ‘redazione’ del master di Parma che racconterà progetti e Iniziative che in Italia e nel mondo stanno aumentando il patrimonio artistico e culturale: “Scopo dei mentoring program è– spiega ancora Enzo Argante che coordinerà il gruppo di studenti del Master in Comunicazione Digitale dell’università di Parma – indirizzare i giovani alle tecniche e ai linguaggi digitali, strumento indispensabile per la competitività internazionale professionale e d’impresa; ma anche orientare operatori e manager sulle pratiche e sui linguaggi base della conoscenza (e quindi dell’apprendimento) digitale. In comune c’è la missione di creare consapevolezza sulla cultura prima risorsa per il futuro economico del Paese”.

Palazzo Tarasconi nel cuore del centro storico di Parma, diventa così il luogo simbolo della Digital Humanities: “Il Palazzo avrà un ruolo centrale – spiega il proprietario Corrado Galloni –  e non solo simbolicamente: la galleria che già ha ospitato la mostra di Ligabue e Banksy, sarà il luogo della ricerca e sperimentazione dei modelli di mixed reality applicati al nostro straordinario patrimonio artistico. Un laboratorio da cui nasceranno idee e progetti che, grazie alla collaborazione con le aziende protagoniste, condivideremo con tutti i centri di ricerca nel settore”.  

L’esperienza di mixed reality che segna l’esordio del mentoring program Digital Humanities Design di Nuvolaverde, è stata resa possibile dalla collaborazione con la Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma che ha organizzato l’esposizione del famoso street artist inglese a Palazzo Tarasconi:  “La reinterpretazione dell’esposizione in chiave aumentata  – afferma il presidente Augusto Agosta Tota – è la conferma che l’arte non ha limiti, non è una forma espressiva statica ma in continua evoluzione. Anche quando espressione di tempi lontani. Per questo ci onora entrare a far parte del mentoring program Digital Humanities a cui daremo il nostro contributo di visione culturale”

Siamo Jedi – Reginae: la transizione digitale nell’arte e nella cultura

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Siamo Jedi – Finanza per tutti

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Siamo Jedi – Cefriel e Datapizza

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Fabrica Floridi – Ep.19 – Transizione Energetica

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Siamo pronti a fare del sole, del vento e delle altre fonti di energia rinnovabile che la natura ci offre le nostre sorgenti di sostentamento energetico? In poche parole, siamo davvero preparati per questa transizione? “Siamo sicuramente pronti dal punto di vista della competitività economica delle rinnovabili” ha risposto Fabio Bulgarelli, Responsabile Affari Regolatori di Terna.  Ha ribadito che lo siamo anche per quanto riguarda gli interessi del mercato, la rete elettrica e le infrastrutture, la sostenibilità e l’impatto ambientale “nella misura in cui anche lo sviluppo tecnologico di queste risorse ha permesso un’efficienza tale da richiedere un impatto ambientale molto contenuto”, ha proseguito Bulgarelli evidenziando l’importanza di velocizzare i procedimenti autorizzativi.

Come ripetuto anche da Floridi quindi: “la preparazione c’è: sia tecnologica, tecnica che economica. Manca un po’ quella amministrativa, culturale e politica. Si tratta di fare uno scatto di mentalità e ideazione”. Una presa di coscienza generale comunque c’è stata. Guido Bortoni, Presidente Cesi (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano), ha messo in luce come l’invasione dell’Ucraina abbia rappresentato un risveglio collettivo, almeno in Europa: “ha imposto un punto di svolta nella politica energetica dell’intera Unione Europea, – ha detto Bortoni – in particolare dell’Italia. Uno scatto che ha fatto ritrovare una consapevolezza all’Europa di dover procedere verso una minor dipendenza della stessa dall’estero. Ormai vi è consenso tra tutti gli europei sul lasciare alle spalle quello stato di sudditanza energetica del nostro continente rispetto ai pochi grandi fornitori extra europei”. Bortoni ha aggiunto che questo comunque non significa affatto puntare all’autarchia energetica.

A quali tecnologie allora bisogna guardare per un futuro energetico più efficiente e digitalizzato? Eleonora Riva Sanseverino, Professoressa Ordinaria di Sistemi Elettrici per l’energia presso l’Università degli studi di Palermo, ha dichiarato che le tecnologie per affrontare un futuro energetico più innovativo sono quelle rivolte alla circolarità, al riuso, al riciclo e recupero. Ma per sviluppare nuove tecnologie c’è bisogno anche di mettere in campo nuove competenze. Alle scuole e università quindi il compito di formare i futuri manager della transizione energetica perché, come anche sostenuto dalla Professoressa Riva Sanseverino, i giovani sono una risorsa fondamentale, e il fatto di formare le nuove generazioni ad affrontare queste sfide è importantissimo. Senza di loro, infatti, non sarà possibile portare avanti e attuare la transizione energetica e digitale nel nostro Paese.

Il discorso tocca la sfera dell’istruzione, ma anche quella dell’impresa. Dal punto di vista dei processi industriali, anche le aziende stanno interpretando la transizione energetica ed ecologica e stanno lavorando per vincere le nuove sfide poste dalla sostenibilità, come ha dichiarato Riccardo Giovannini Ey Italy, Climate Change and Sustainability Leader: “posso affermare che le aziende si stanno sicuramente avvicinando ad un approccio meno impattante. Il concetto di sostenibilità sta entrando nelle aziende che, nel perseguire il loro legittimo obiettivo di profittabilità, cercano anche di avere un minore impatto, ambientale o sociale, o addirittura cercano di fare in modo che uno faccia leva sull’altro. Questo significa intervenire sui processi, perché non c’è accorgimento migliore per avere minori impatti, che inventare un modo diverso di fare le cose.” La direzione è quella giusta, anche se ci sono ampi spazi di miglioramento,ma come ha anche sottolineato Floridi, “il fatto che sia una strada in salita, non deve farci dimenticare che è la strada giusta, magari più difficile, ma è anche dove i risultati avranno più vita lunga in termini di effetti benefici”.

Non sono mancate le testimonianze di Paola Allamano CEO Waterview, un’azienda innovativa che trasforma le telecamere di videosorveglianza in altrettanti occhi per supportare le azionidei gestori delle grandi infrastrutture; le reti wireless di WSense, che non impattano sulla vita sottomarina raccontate da Chiara Petrioli, Founder and CEO WSense, e le soluzioni per rendere visibile l’invisibile grazie alla realtà aumentata, realtà virtuale e mixed reality di Experenti, descritte da Barbara Bonaventura, Direttore Generale e Marketing di Experenti.

Tanti i temi toccati in questo episodio, dalla transizione energetica, alle rinnovabili, tanta tecnologia, circolarità e innovazione, ma non dobbiamo dimenticare, come ha concluso il professor Floridi, che: “dietro tutto questo c’è solo l’intelligenza e la responsabilità umana. Se non ci salviamo con le nostre mani, nessun altro lo farà per noi”.

La puntata di Fabrica Floridi sarà visibile in streaming sui siti di Forbes.it, Formiche.net, FabricaFloridi.tv e Nuvolaverde.eu, la piattaforma della comunicazione responsabile realizzata in collaborazione con BFC Media e con il magazine tv&web Siamo Jedi, visibile su BFC Forbes (Sky 511, TivùSat61 e DT 260) e in streaming su bfcvideo.com e stream24.ilsole24ore.com. Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con Terna Forbes e Formiche.


Il web show è condotto dal filosofo di Oxford University e di Alma Mater Studiorum Università di Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico.

Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.

La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). In redazione gli Jedi di Nuvolaverde (Luca Bogarelli, Ettore Basilico), di Punto Zero Beccaria (Alessandra Turco, Martina Medici) e di 000 – Intelligence of Things (Matteo Pagliariccio). La produzione di Fabrica Floridi è coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero Beccaria con i ragazzi dell’area penale interna ed esterna IPM e USSM Cesare Beccaria di Milano: Vanessa Costa, Federico F. Davide R.  Mattia Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo Zen.

Siamo Jedi – Artificial Intelligence

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La transizione digitale nell’arte e nella cultura

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L’8 maggio alle 17 presso la Sala Spadolini al Ministero della Cultura si è svolto l’evento di lancio di Reginae, la piattaforma multicanale per la transizione digitale nell’arte e della cultura del Paese più bello e più ricco del mondo. Racconti, interviste, testimonianze, case histories, analisi, ricerche sul patrimonio Italiano. Mentoring Program itinerante di orientamento del Digital Humanities Designer. MetaRinascimento, viaggio tridimensionale nella città di tutte le città d’arte nel metaverso. Presieduta da Enzo Argante sotto l’egida del presidente onorario Luciano Floridi (Yale University, Alma Mater Bologna). Vice Presidenti: Angelomario Moratti, Daria Illy, Adrio de Carolis, Elisa Zambito Marsala, Marco Milani. Amministratore Filippo Lombardi (Kreios). Coordinamento Gemma Michetti.

In collaborazione con il Ministero della Cultura, Rai Radio 1 e Rai Cultura, Forbes, Askanews, Formiche, Siamo Jedi. Con il Patrocinio di Federculture e AIF.

La transizione digitale nell’arte e nella cultura ha un riferimento internazionale: Reginae Digital Humanities Institute. Dall’Italia, capitale mondiale dell’arte con il 70% del patrimonio planetario, parte il segnale forte e chiaro di un punto di riferimento nell’esplorazione, ricerca e applicazione delle pratiche digitali, digital humanities nel senso più ampio del termine. Dall’elaborazione dei dati all’interfaccia grafica e video, dall’attività social media ai siti, dalla conservazione alla catalogazione, dalla protezione alla valorizzazione innovativa dei percorsi di fruizione, dalla realtà aumentata alle esperienze immersive in generale e al metaverso in particolare. Reginae si propone luogo di riferimento e aggregazione delle esperienze digitali, un viaggio nel mondo dell’arte e della cultura, e delle più innovative applicazioni e progetti di valorizzazione e fruizione innovativa attraverso il digitale.

L’EVENTO AL MINISTERO DELLA CULTURA

Il presidente Enzo Argante, insieme ai massimi rappresentanti istituzionali del Ministero della Cultura e alcuni tra i più illustri personaggi e interpreti della digital humanities, ha tagliato il nastro di Reginae Digital Humanities Institute, che ha definito: “il luogo del digitale dell’arte e della cultura del Paese più bello del Mondo. Esiste la transizione digitale, nessuno lo può negare, esiste in tutto il mondo, in alcune è centrale anche nei processi economici, in Europa e in Italia siamo periferici. Su tutto possiamo essere periferici, tranne che su alcune cose, in particolare sull’arte e sulla cultura”. Obiettivo del progetto l’occupabilità: contrastare la povertà educativa, in termini culturali e psicologici, incentivando l’impresa e il lavoro.

L’evento, intitolato “La Via Italiana”, è stato aperto dall’intervento di Emanuele Merlino, Capo Segreteria Tecnica Ministro della Cultura che, ribadendo l’attenzione del Ministero verso il tema del rapporto tra umano e digitale e l’uso del digitale nella fruizione del culturale, ha sottolineato l’importanza di progetti fondamentali per approfondire il dibattito sull’innovazione tecnologica e per imparare a comprenderla e sfruttarla nel miglior modo. Tesi confermate anche da Nuccio Guerino Bovalino, Sociologo dei Media e membro della direzione scientifica Reginae, che evidenziando la mission del Ministero, ovvero traghettare la cultura italiana in nuova fase, ha espresso la necessità di riportare la tecnologia a una dimensione reale, non solo negativa: “in questa fase storica un progetto come quello di Reginae Digital Humanities Insitute può cercare di comunicare anche che la tecnologia può diventare, o meglio, può continuare ad essere lo strumento per rendere più vivibile questo mondo. Questo credo sia il compito più difficile, e su questo bisogna lavorare.” Concetti ripresi anche da Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura alla Camera, che, ribadendo come questo progetto sia in linea e in sintonia con la visione della 7ª Commissione, ha raccontato l’impegno nella realizzazione di un sistema culturale competitivo.

Nel corso dell’evento – trasmesso in streaming video in diretta sul canale Youtube del Ministero della Cultura e su Askanews.it – alcuni tra i partner più prestigiosi hanno rappresentato le tante ‘anime’ di Reginae attraverso le iniziative attive sulla piattaforma. Google Arts&Culture, con Mattia Tarelli, ha portato l’esperienza di questa realtà e dei suoi moltissimi progetti di digitalizzare del patrimonio artistico mondiale, per conservarlo e renderlo accessibile; la proiezione nel futuro del Centre for Cultural Heritage Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Venezia con la Coordinatrice Arianna Traviglia, cheha esposto il ruolo che queste nuove tecnologie portano a tutti i professionisti che lavorano nell’ambito dello studio e della conoscenza dei beni culturali. Esempio positivo di utilizzo della tecnologia in ambito socio-culturale anche Brain Control, con il suo avatar: Alessandro Tozzo, General Manager Brain Control e Antonio Giuseppe Malafarina, giornalista e direttore di Superando.it, hanno dimostrato come la tecnologia possa fare del bene, ad esempio incentivando l’inclusione promuovendo l’accessibilità all’arte e alla cultura. Non sono mancati esempi di impresa digital humanities con la testimonianza di Francesca Frandi, Responsabile settore archeologia di Italferr, che hadescritto come l’archeologia sia sempre più “un elemento progettuale importante”, e con la visione data oriented dei flussi turistici di Tiqets e Paolo Fatone, Regional Director Central, Southern Europe, Germany e Poland di Tiqets:“la nostra mission è rendere la cultura più accessibile. Il nostro modello si basa sull’applicabilità del mondo digitale all’interno delle vite di tutti i giorni.”

E ancora, l’impegno alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano e il contrasto alla povertà educativa di Intesa Sanpaolo, descritti da Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione per il sociale e rapporto con le Università Intesa Sanpaolo: “attribuiamo un ruolo centrale ai progetti rivolti alla crescita sociale, culturale e civile delle comunità in cui operiamo. Iniziative di questo tipo e la valorizzazione del patrimonio artistico italiano sono per noi elementi fondamentali”; i piccoli borghi di CulturaIdentità con Edoardo Sylos Labini, Presidente CulturaIdentità: “tradizione e innovazione possono andare di pari passo. La tecnologia può servire a raccontare la bellezza del nostro Paese!”.
Presente anche Carlo Calveri, autore di Metaversi Culturali che ha parlato di inclusione digitale e di Metarinascimento: “…di sicuro non ha tutte le risposte, ma credo che stia iniziando a impostare tutte le domande davvero importanti che ci sono da fare e cercherà di mettere a sistema tutte le intelligenze che possono fornire le risposte necessarie”, e Francesco Arduini, Direttore Divisione Consulting Services Microsoft che ha spiegato come l’incontro tra digital e humanities, tra tecnologia e arte, sia qualcosa che sta accadendo, e lo fa in modo rapido: “dobbiamo imparare a capire come fare ad interagire con degli algoritmi sempre più potenti, disponibili e accessibili, ma che sono una novità assoluta nella storia dell’umanità”.

Interventi intervallati dai viaggi video dell’art influencer Roberto Celestri, che comunica ai giovani attraverso la tecnica dello stupore: “possiamo stupirci ad ogni età, ma nulla può eguagliare come intensità e forza espansiva lo stupore dei bambini, da qua bisogna partire, da tutti i soggetti che a vario titolo sono responsabili della loro educazione sentimentale”.

Ecco su quali canali si muoverà la piattaforma Reginae:

RED CARPET

Incontri video con personaggi e interpreti della bellezza, della ricchezza, della grandezza, del patrimonio culturale italiano dal passato e nel presente. Dall’arte al design, dalla moda alla gastronomia, all’architettura, al sociale ecco chi e come lascia il profondo segno del Made in Italy nell’immaginario collettivo internazionale.

MENTORI

Storia e storie di realtà aumentata e droni, di robot restauratori e satelliti guardiani, di NFT e di avatar, di esperienze immersive e letture iper spettrali. Raccontate in video dalla super redazione di Reginae, esponenti del mondo dell’arte, del sociale, accademici, ricercatori, esperti.

MENTORING PROGRAM

Programma e incontri video con i protagonisti degli otto week in otto siti tra le città arte: a Venezia, Torino, Milano, Firenze, Roma e Napoli. Esperienze immersive, docenza e laboratori guidati dagli esponenti più autorevoli e competenti nella transizione digitale nell’arte e nella cultura.

Obiettivo: definire figura e competenze del designer digital humanites in grado di valorizzare opere e siti, alimentare esperienze emozionali reali, mixed e virtuali, gestire informazione e comunicazione, incentivare i flussi dei visitatori e sviluppare le economie.

METARINASCIMENTO

Il rinascimento è considerato in assoluto simbolo e contesto elettivo dell’arte e della cultura italiana (ed europea) di tutti i tempi. Definisce l’espressione più alta e completa.

MetaRinascimento è la prima pietra virtuale e propone le icone rinascimentali: personaggi, opere, musei, città. Per visitare mostre e partecipare ad eventI on line, incontri e attività di informazione e orientamento. Per acquistare NFT, servizi e attività traslate dal mondo (e dai partner).

Per maggiori informazioni visitare il sito www.reginae.it o mandare una mail a info@reginae.it.

Fabrica Floridi, Ep.18 – Le Chat sono davvero intelligenti?

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Nella 18ma puntata di Fabrica Floridi (registrata prima della decisione del Garante), il web show condotto da Oxford dal Filosofo Luciano Floridi ha affrontato il tema insieme a grandi esperti: Andrea Cristallini, Communication Manager Google Italia, Andrea D’Onofrio, Marketing lead for Data&analytics Microsoft, Michela Milano,Direttrice Alma Mater Research Institute for Human-Centered Artificial Intelligence Università di Bologna, Lucia Lucchini, Cyber Risk Manager Deloitte UK, Federico Morgantini, Forbes Italia, e Antonio Squeo, Chief Metaverse Officer – Hevolus Innovation.

La tecnologia digitale è entrata a far parte della nostra vita quotidiana. Ogni giorno, infatti, ci interfacciamo con l’intelligenza artificiale, essendo essa applicabile a moltissimi ambiti differenti. Tra queste tecnologie ci sono le già nominate, e ormai molto conosciute, chat intelligenti. Che cosa sono e come funzionano? “Le chat intelligenti – ha risposto Andrea Cristallini, Communication Manager Google – non sono una novità, la storia dell’intelligenza artificiale ha quasi un secolo. Le prime chat risalgono all’incirca agli anni Sessanta, ovviamente non avevano le stesse capacità che hanno le chat di oggi, cosiddette “intelligenti”. Quindi in che cosa si distinguono quelle attuali? “Per grandi quantità di dati a disposizione – ha proseguito Cristallini -, funzioni matematiche estremamente evolute e una capacità computazionale senza precedenti. Grazie a questi tre elementi è possibile costruire dei modelli alla base dei quali esiste questa AI chiamata ‘generativa’. Sono modelli probabilistici, non basati su regole, che in base alle parole che abbiamo inserito prevedono quale sarà la parola successiva, o l’insieme di parole seguenti, così da formare una frase di senso compiuto e coerente con quello che noi abbiamo chiesto o detto”.

Ma proprio sul concetto di intelligenza di questa artificialità, il Filosofo Luciano Floridi nutre qualche dubbio. Anche Cristallini ha concordato sul fatto che questi strumenti digitali, come le chat, siano sicuramente molto utili, ma che è necessario unire all’innovazione un senso di responsabilità e che è fondamentale seguire dei valori condivisi nel loro utilizzo.Necessità espressa anche da Andrea D’Onofrio, Marketing lead for Data&analytics di Microsoft, che, nell’affermare che sicuramente grazie all’AI e alle chat intelligenti si creeranno nuovi business (anche se ora è difficile stabilire esattamente quali saranno), ha manifestato l’esigenza che queste intelligenze artificiali vengano utilizzate anche in modo etico, spiegando come, già negli anni passati, sia nato un “nuovo business legato alla regolamentazione in ambito etico della AI”.

Possibili nuovi business, ma anche vantaggi per quelli esistenti, come ha dichiarato Michela Milano,Direttrice Alma Mater Research Institute for Human-Centered Artificial Intelligence Università di Bologna, che riferendosi alle imprese, ha sottolineato alcuni benefici che l’AI può sicuramente portare per quanto riguarda ad esempio l’ottimizzazione della produzione e della manutenzione.

Dei vantaggi offerti dall’AI ha parlato anche Federico Morgantini, Forbes Italia, facendo come esempio quello delle redazioni giornalistiche, dove spesso i dati da analizzare sono in una quantità enorme, e dove i sistemi di Intelligenza Artificiale possono essere usati per verificare le notizie dell’ultima ora, quando la velocità nell’esecuzione delle verifiche è essenziale e molto più lunga da effettuare per l’essere umano.

Purtroppo però non è tutto oro ciò che luccica. Lucia Lucchini, Cyber Risk Manager Deloitte UK, ha fatto chiarezza sul “lato oscuro” dell’Intelligenza Artificiale, in particolare prendendo in considerazione la sicurezza, la privacy e la protezione dei dati: “l’AI come è in grado di automatizzare i processi, così lo è anche di facilitare gli attacchi”. Attacchi che possono essere ad esempio fenomeni di social engineering e phishing, dovuti alla capacità dell’intelligenza artificiale di generare testi e contenuti estremamente sofisticati, così tanto da riuscire a ingannarci, non permettendoci di distinguere un contenuto vero da uno falso.


In chiusura si è parlato di Metaverso e chat intelligenti con Antonio Squeo, Chief Metaverse Officer – Hevolus Innovation, e infine il Filosofo Luciano Floridi ha precisato che queste tecnologie-intelligenze artificiali hanno due direzioni: “una verticale, che va ad affrontare dei temi e risolve problemi, o si prende cura di compiti con grandissima efficienza ed efficacia. L’altra interessantissima direzione, che farà la differenza, è quella più orizzontale, quella in cui queste intelligenze/chat fanno da collante tra le varie tecnologie che ancora non si parlano. Ci sarà una coalizione digitale che renderà molto più solido il mondo su cui costruiremo la prossima rivoluzione”.

La puntata di Fabrica Floridi sarà visibile in streaming da lunedì 17 aprile sul sito di Forbes.it, Formiche.net, FabricaFloridi.tv e Nuvolaverde.eu, la piattaforma della comunicazione responsabile realizzata in collaborazione con BFC Media e con il magazine tv&web Siamo Jedi, visibile su BFC Forbes (Sky 511, TivùSat61 e DT 260) e in streaming su bfcvideo.com e stream24.ilsole24ore.com. Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con Terna, Forbes e Formiche.


Il web show è condotto dal filosofo di Oxford University e di Alma Mater Studiorum Università di Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico.

Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante. La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). In redazione gli Jedi di Nuvolaverde (Karin Piffer, Luca Bogarelli e Riccardo Argante), di Punto Zero Beccaria (Alessandra Turco, Enea Scutellà, Carlotta Bruschi, Mattia Romeo) e di 000 – Intelligence of Things (Elisa Paolinelli). La produzione di Fabrica Floridi è coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero Beccaria con i ragazzi dell’area penale interna ed esterna IPM e USSM Cesare Beccaria di Milano: Vanessa Costa, Federico F. Davide R.  Mattia Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo Zen.

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