Home Blog

Mastergreen

0
L'umanità al centro della salvezza del pianeta.
.

Più di due miliardi e mezzo di clienti nel mondo; 35 milioni di imprese servite; un progetto di inclusione finanziaria per un miliardo di persone; un piano di riforestazione che prevede di piantare 100 milioni di alberi e un Global Sostenibility Innovation Lab in Svezia che punta a innovare i processi. una multinazionale che ha fatto dell’inclusione finanziaria e della sostenibilità sociale, economica e ambientale A guidare la strategia sostenibile del colosso finanziario americano c’è un italiano: Nicola Villa, Executive Vice President, Strategic Growth Global Lead, Government Center of Excellence un passato in Cisco e IBM.  Non è un cervello in fuga ma un presidio strategico sull’impresa globale che gratifica la reputazione manageriale nel mondo.

“Lavoriamo da molto sul concetto di inclusione finanziaria come motore di uno sviluppo economico piu’ sostenibile, con numeri importanti che sono funzionali ad una azione collettiva senza pari da parte sia nostra, sia del nostro ecosistema di partners e consumatori. Solo negli ultimi 5 anni siamo riusciti a includere finanziariamente mezzo miliardo di persone e di imprese in giro per il mondo, e l’anno scorso abbiamo creato un nuovo commitment per includere un ulteriore mezzo miliardo nell’economia reale, tra cui 35 milioni di piccole imprese. Ora stiamo applicando lo stesso approccio sui temi legati alla sostenibilita’ ambientale. Con molte aziende del nostro sistema abbiamo lanciato un programma che si chiama Priceless Planet Coalition, con l’obiettivo di mobilitare una parte sempre piu’ ampia di quei due miliardi e mezzo di consumatori che serviamo, in funzione di un obiettivo concreto: contribuire alla riforestazione piantando 100 milioni di alberi! La coalizione si avvale per questo del prezioso supporto di partner scientifici come Conservation International e World Resources Institute, oltre al Comitato Consultivo, che selezionano rigorosi standard scientifici per identificare le località più adatte in cui piantare gli alberi e per monitorare i nostri sforzi. Una grande sfida per noi: come guidare il cambiamento spostando il raggio di azione dall’intelligenza collettiva a milioni di azioni individuali”.

I processi di sostenibilità hanno tante angolature di visuale: istituzionale, industriale, culturale ma è certamente dal mercato, quindi dal consumo, che trova le motivazioni e le risorse per passare dalle parole ai fatti. Ed ecco il carbon calculator made in Svezia… 

“Abbiamo investito in una partnership con un’azienda Fintech in Svezia che si chiama Doconomy che ha creato uno strumento, il Mastercard Carbon Calculator un sistema che aiuta il consumatore a capire quelle che sono le conseguenze delle decisioni sul proprio stile di vita, compresa la propria spesa, sulle emissioni di biossido di carbonio, tutto attraverso una semplice App. L’idea non è quella non di far spendere meno, ma di aiutare a spendere meglio per migliorare la qualità della vita e dell’ambiente. Da qui nasce poi l’idea di aprire il nostro Global Innovation Lab sulla sostenibilità proprio a Stoccolma, mobilitando una serie di organizzazioni sia pubbliche che private per creare nuove soluzioni. Una delle quali, tra l’altro, riguarda l’applicazione delle nostre tecnologie blockchain per trasformare intere catene del valore, sia di prodotti agricoli che industriali, rendendole più sostenibili”.

La verità è che quando si gestisce – fra virgolette ovviamente – una comunità di oltre due miliardi e mezzo di persone qualsiasi battito di ciglia diventa un uragano. C’è la piena consapevolezza in Mastercard che l’azione di responsabilità legata all’educazione globale e una scelta certo, ma anche un dovere imprescindibile? 

Mastercard è un’organizzazione che, riuscendo a mobilizzare un ampio ecosistema di partners e consumatori, è in grado di raggiungere obiettivi importanti. Ho parlato precedentemente dell’inclusione finanziaria con il programma 1 Billion Stronger, progetto proposto alle Nazioni Unite che nei prossimi quattro anni avrà mobilitato un miliardo di persone includendole nell’economia reale, con 35 milioni di piccole e medie imprese la metà delle quali tra l’altro gestite da donne. L’obiettivo qui è di contribuire collettivamente a rendere la futura crescita economica più equa ed inclusiva. Con lo stesso approccio stiamo mobilitando consumatori e imprese nel campo della sostenibilità, intervenendo innanzitutto sulle nostre emissioni che contiamo di rendere Net Zero entro il 2050. Abbiamo lanciato poi una directory mondiale su materiali sostenibili per le carte fisiche, per stimolare centinaia di banche a immettere sul mercato prodotti riciclati, riciclabili e bio degradabili.  E infine con il Sustainability & Innovation Hub di Stoccolma prevediamo di mobilitare decine di aziende private, organizzazioni del settore pubblico e OMG per sviluppare nuove soluzioni tecnologiche e modelli di collaborazione che accelerino il lancio di progetti green, su larga scala”.

La dematerializzazione finanziaria riscrive le regole del consumo e quindi dei mercati. Amazon, per esempio, ha già lanciato i primi negozi dove prendi i prodotti che ti servono ed esci senza passare dalla cassa: la scansione automatica fa il resto e l’importo relativo all’acquisto viene addebitato in tempo reale. Viene voglia di dire invisibilità finanziaria

“Innanzitutto, la pandemia ha diminuito a livello mondiale l’utilizzo del denaro contante. Stiamo poi andando verso un mondo nel quale i pagamenti diventano digitali e sempre più “contactless”. Sistemi di “tap and go” sono ora presenti anche in Italia, che tra l’altro ha una posizione di leadership in Europa, come ad esempio sulla metropolitana a Milano: quando torno a Milano, da un paio di anni non compro più i biglietti cartacei ma pago avvicinando la mia carta o il telefono al tornello. Altro elemento fondamentale sono i nuovi modelli di business legati a Open Banking e Fintech. Le Fintech in particolare sono le startup del futuro, che permettono già di snellire ed efficientare i processi di pagamenti in una miriade di settori economici. Le nuove frontiere saranno poi legate alle monete digitali, sulle quali Mastercard sta assumendo un ruolo di leadership, ed alla convergenza tra pagamenti digitali ed il mondo fisico: Qui in Olanda ad esempio oggi sono in grado di entrare in un edificio per affittare una sala riunioni, richiedendo attraverso il mio telefonino quale temperatura e il livello di luce che voglio avere; posso poi pagare solo per l’energia che ho consumato, ma il pagamento avviene separatamente e manualmente, quando ricevo la fattura dopo due settimane. E se riuscissi a fare in modo che il mio telefono paghi direttamente al sensore nel momento che questo abilita luce e l’aria condizionata, facilitando la fruizione del servizio e accelerando tra l’altro un consumo più consapevole dei prodotti e servizi che sto utilizzando?”

Entriamo nella comunità del potentissimo marchio Mastercard. Parte dalla “banale” carta di credito per diventare che cosa in termini di mercati e di competenze?

“Mastercard e un’azienda tecnologica che è cresciuta nel mondo delle carte di credito e che si è poi diversificata negli ultimi anni con soluzioni di pagamento digitale sempre più sofisticate, sviluppando intorno ad esse servizi innovativi come cyber security, la verifica delle identità digitali sulle transazioni online, la gestione di programmi di fidelizzazione del consumatore, e cosi’ via. Quindi ha allargato la propria focalizzazione dal mondo bancario a quello dei settori del piccolo commercio e della grande distribuzione, collaborando poi con i grandi digital players, estendendo infine il proprio focus sui settori del Fintech e della pubblica amministrazione. Oggi siamo un’azienda presente in 210 paesi che serve oltre due miliardi di consumatori, supporta centinaia di migliaia di imprese anche piccole e medie, si relaziona con migliaia di istituti finanziari e centinaia di enti pubblici. Siamo una multinazionale che ha fatto dell’inclusione finanziaria e della sostenibilità sociale, economica e ambientale il cuore della propria strategia” 

Chiudiamo con l’italiano Nicola Villa. Come vedi il nostro Paese, soprattutto come lo vede la comunità finanziaria internazionale, dopo due anni di pandemia ma con segnali di ripresa economica e di credibilità importanti?
Il cambiamento percepito dall’estero è evidente soprattutto nei ultimi diciotto mesi, proprio a cominciare dalla reazione inizialmente difficile, ma poi sempre più decisa alla pandemia. Molte delle attività e dei programmi messi in atto dal governo italiano sono stati presi ad esempio da molti paesi in Europa e nel mondo. Ed oggi nella fase di recovery vediamo prospettive per uno sviluppo economico sostanziale, sottolineato dalla previsione di un aumento del + 6% del Pil da parte del governo per il 2022. Dall’estero vedo anche – e soprattutto – un concetto di identità nazionale e locale rinati, con un ruolo internazionale che sta crescendo in solidità. Senza dimenticare il fatto che intanto abbiamo vinto un campionato europeo di calcio, vinto medaglie olimpiche che non avevamo mai vinto, siamo andati più forti in bicicletta e vinto a pallavolo, e cantiamo canzoni rock meravigliosamente…”.

Banksy a Parma in Mixed Reality e la Digital Humanities di Nuvolaverde

0
Banksy
Banksy

Banksy come non l’avete mai visto, aumentato grazie al visore Microsoft HoloLens 2: ovvero la ‘magia’ della mixed reality di Hevolus grazie a Microsoft a Palazzo Tarasconi a Parma. Il 17 gennaio iniziativa di esordio del mentoring program Digital Humanities Design organizzato da Nuvolaverde. Sarà proprio Palazzo Tarasconi la sede ufficiale della piattaforma che ha l’obiettivo di definire figure manageriali in grado di applicare modelli innovativi nella fruizione e valorizzazione dei beni artistici e culturali italiani. Il programma è realizzato in collaborazione con il Master in Comunicazione Digitale dell’Università di Parma, con Banca Generali Private, con Hevolus e Askanews. 

L’evento mixed reality su Banksy – organizzato da Boutique Agency – sarà l’ultimo atto della mostra che chiude i battenti e nello stesso tempo segna l’apertura di un percorso di grande visione strategica. “Come Banca Generali Private  in collaborazione con Nuvolaverde e sotto l’egida del filosofo Luciano Floridi da Oxford e Alma Mater Bologna, saremo il partner capofila del mentoring program Digital Humanities Design. Crediamo che una grande Banca debba essere in prima linea nella definizione di una strategia di sviluppo del Paese – afferma Alessandro Mauri, Area Manager Banca Generali Private Emilia-Romagna, Toscana e Bassa Lombardia – e che investire nel futuro d’impresa per il patrimonio culturale sia la strada giusta anche in vista dei grandi cambiamenti che la transizione digitale sta portando in questo settore di grande rilievo strategico per il nostro futuro economico e sociale”. 

L’obiettivo del mentoring program è definire le competenze di una figura manageriale che, attraverso le tecnologie digitali, contribuisca alla fruizione e valorizzazione innovativa del nostro patrimonio. Questo processo ha il fine di generare nuove competenze (studenti, neolaureati) o rigenerarle (professionisti, manager, imprenditori, dirigenti PA) sotto l’egida scientifica di Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica dell’informazione alla Oxford University e professore di Sociologia della Cultura e Comunicazione Università Bologna. Coordinamento scientifico e attività di informazione eventi e studi sono sotto la direzione del presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.

Digital Humanities Design è uno fra i numerosi mentoring program organizzati da Nuvolaverde (Transizione Digitale, Informazione aumentata, Green&Blu, Diversity e Inclusion) tutte legate al concetto chiave di design concettuale: È il design concettuale, non la logica formale – spiega Luciano Floridi – che si trova al cuore del pensiero. La conoscenza è design, e quella filosofica è l’ultima forma di progettazione concettuale. La filosofia non è nemmeno un’aspirina concettuale, una super-scienza o la manicure del linguaggio. Il suo metodo è il design concettuale, cioè l’arte di identificare e chiarire domande aperte e di ideare, raffinare, proporre e valutare risposte esplicative. La filosofia può essere estremamente utile poiché, intesa come progetto concettuale, forgia e perfeziona le nuove idee, teorie, prospettive e, più in generale, la struttura intellettuale applicata per comprendere e affrontare le domande che ci sfidano”.

L’attività di orientamento sulle Digital Humanities si propone di fornire strumenti funzionali all’azione promozionale (web marketing, social networking) e alla relazione digitale con visitatori e turisti (realtà virtuale e aumentata).  “La valorizzazione digitale del patrimonio culturale è funzionale a diversi punti di vista – spiega Enzo Argante che coordinerà il gruppo di studenti del Master in Comunicazione Digitale dell’università di Parma –: la digitalizzazione assicura vita eterna ai nostri beni culturali costituendo database utilizzabile sia dal punto di vista della classificazione che della ricerca; consente l’accesso anche alle opere nei ‘magazzini’ penalizzate dalla mancanza di spazi espositivi o di risorse per crearne di nuovi; all’interno della stessa struttura museale o via internet – anche grazie ai social network – è fondamentale in un ottica promozionale. La digitalizzazione, infine, potrebbe assicurare – con semplici ed economiche applicazioni aggiuntive – la tracciabilità delle opere. Il target dei mentoring program è articolato: indirizzare i giovani alle tecniche e ai linguaggi digitali, strumento indispensabile per la competitività internazionale professionale e d’impresa; indirizzare operatori e manager sulle pratiche e sui linguaggi base della conoscenza (e quindi dell’apprendimento) digitale; creare consapevolezza sulla cultura prima risorsa per il futuro economico del Paese”.

C’è poi la tecnologia digitale che è in grado di ampliare la sfera emozionale nella relazione  attraverso smartphone, tablet e occhiali smart ma soprattutto grazie agli Hololens è possibile concepire e strutturare nuovi e coinvolgenti modelli di relazione con il pubblico: “Dalle informazioni aggiuntive sulle opere – afferma Antonio Squeo, Ceo e co-founder di Hevolus – alle ricostruzioni digitali di opere e siti con inserimento di personaggi, situazioni e oggetti 3D che consentono di rivivere i contesti originali, in una lopica di Metaverso”.

Il mentoring program di Nuvolaverde potrà contare sulla ‘redazione’ del master di Parma che racconterà progetti e Iniziative che in Italia e nel mondo stanno aumentando il patrimonio artistico e culturale: “Scopo dei mentoring program è– spiega ancora Enzo Argante che coordinerà il gruppo di studenti del Master in Comunicazione Digitale dell’università di Parma – indirizzare i giovani alle tecniche e ai linguaggi digitali, strumento indispensabile per la competitività internazionale professionale e d’impresa; ma anche orientare operatori e manager sulle pratiche e sui linguaggi base della conoscenza (e quindi dell’apprendimento) digitale. In comune c’è la missione di creare consapevolezza sulla cultura prima risorsa per il futuro economico del Paese”.

Palazzo Tarasconi nel cuore del centro storico di Parma, diventa così il luogo simbolo della Digital Humanities: “Il Palazzo avrà un ruolo centrale – spiega il proprietario Corrado Galloni –  e non solo simbolicamente: la galleria che già ha ospitato la mostra di Ligabue e Banksy, sarà il luogo della ricerca e sperimentazione dei modelli di mixed reality applicati al nostro straordinario patrimonio artistico. Un laboratorio da cui nasceranno idee e progetti che, grazie alla collaborazione con le aziende protagoniste, condivideremo con tutti i centri di ricerca nel settore”.  

L’esperienza di mixed reality che segna l’esordio del mentoring program Digital Humanities Design di Nuvolaverde, è stata resa possibile dalla collaborazione con la Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma che ha organizzato l’esposizione del famoso street artist inglese a Palazzo Tarasconi:  “La reinterpretazione dell’esposizione in chiave aumentata  – afferma il presidente Augusto Agosta Tota – è la conferma che l’arte non ha limiti, non è una forma espressiva statica ma in continua evoluzione. Anche quando espressione di tempi lontani. Per questo ci onora entrare a far parte del mentoring program Digital Humanities a cui daremo il nostro contributo di visione culturale”

Premio Areté 2023

0

Nella sua ventesima edizione, l’evento per la consegna del prestigioso riconoscimento si è svolto presso l’Università Bocconi di Milano nell’ambito del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale. Oltre ai premi speciali, a quelli di categoria e all’assoluto sono stati consegnati anche i riconoscimenti ai Maestri della Responsabilità 2023.

Nelle scorse edizioni il premio è stato assegnato a Luciano Floridi, Alessandro Gassman, Giuseppe Guzzetti, Veronica Berti Bocelli, don Gino Rigoldi, Daria Illy, Federico Sella, Renzo Rosso (Fondazione OTB), Elisa, Suor Rosalina. Mediapartner: L’Espresso, Forbes, Gruppo24Ore, Askanews e Formiche. Edizione improntata al contrasto alla Povertà Educativa e al fenomeno dei neet in collaborazione con Elisa Zambito Marsala Valorizzazione per Il sociale e Rapporti con le Università di Intesa Sanpaolo. Sul palco i Maestri della Responsabilità Protagonista dell’edizione 2023 anche Reginae, Digital Humanities Institute, la nuova piattaforma per la transizione digitale nell’arte e nella cultura in collaborazione con il Ministero della Cultura. Con il presidente Enzo Argante e la giuria presieduta da Luciano Floridi da Yale University l’assegnazione dei riconoscimenti del 2023.

MAESTRI DI RESPONSABILITA’ 2023

FINANZA AMICA DI ARETE’
FINANZA AMICA DI ARETE’
PRESENTAZIONE E PREMIO

PREMI SPECIALI
MENTORI BY FORMICHE
SIAMO JEDI/SOCIAL INTELLIGENCE
PRESENTAZIONE E PREMIO
REGINAE DIGITAL HUMANITIES
PRESENTAZIONE E PREMIO ….
000, INTELLIGENCE OF THINGS

PREMI ARETE’

GIURIA DELLA STAMPA
Presidente: Alessandro Rossi, Forbes Italia
Componenti: Paolo Mazzanti (Askanews), Flavia Giacobbe (Formiche), Isabella Schiavone (RAI),
Sebastiano Barisoni (Radio24), Roberto Arditti (Formiche), Roberto Giovannini (La Stampa e
Presidente Fima), Massimiliano Pontillo (Osservatorio Sviluppo Sostenibile e Ambiente nei Media),
Antonio Cianciullo (La Repubblica), Stefano Pacifici (Metro), Matteo Campofiorito (Greenstyle.it)

PREMIO ARETE’
Presidente: Luciano Floridi, Yale University, Alma Mater Università Bologna
Componenti: Enzo Argante (Nuvolaverde), Alessandro Beda (Sodalitas), Dario Bolis (Fondazione
Cariplo), Sabrina Florio (Anima), Annnalisa Mandorino (Cittadinanzattiva), Mario Moramarco
(Altis/Università Cattolica Milano), Giovanni Pirovano (Associazione Bancaria Italiana), Maria Luisa
Parmigiani (CSR Manager Network), Maurizio Incletolli (ASCAI), Rossella Sobrero (Koinetica),
Marco Santarelli (000, Intelligence of Things)

CATEGORIE
Gruppo Ore alla Comunicazione d’Impresa
Confindustria alla Comunicazione Pubblica
Fondazione Cariplo alla Comunicazione Sociale
Forbes alla Comunicazione Finanziaria
Ascai alla Comunicazione Interna
Nuvolaverde ai Media

Fabrica Floridi – Ep.21 – Un futuro per l’Università

0

Che cos’è il futuro secondo l’Università, ma anche che cosa ci si aspetta per l’Università nei
prossimi anni: questo il grande argomento trattato durante il ventunesimo episodio di Fabrica
Floridi, il web show condotto dal Filosofo Luciano Floridi, in questa puntata direttamente da Yale,
Stati Uniti. Il mondo accademico e le nuove tecnologie, in che modo gli Atenei devono adeguarsi ai
rapidi cambiamenti, e non solo. A discuterne Ospiti illustri della realtà universitaria italiana:
Francesco Billari – Rettore Università Bocconi di Milano, Donatella Sciuto – Rettrice Politecnico di
Milano, Giovanna Iannantuoni – Rettrice Università Milano-Bicocca e Giorgio Ventre – Apple
Developer Academy-Federico II di Napoli.

Formazione del capitale umano e innovazione: secondo Giovanna Iannantuoni, Rettrice
dell’Università Milano-Bicocca, l’istruzione e l’innovazione tecnologica sono alla base per uno
sviluppo economico e sociale. Se pensiamo alla crescita di un Paese, infatti, il capitale umano e la
sua formazione, quindi il ruolo dell’Università, ma anche la ricerca, sono “canali assolutamente
privilegiati quando un Paese punta a una crescita ‘buona’, sostenibile nel tempo, innovativa e
moderna. La rivoluzione digitale non può essere sottaciuta in questo momento”. Pensiero
condiviso anche da Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano: “penso che l’Università
abbia un compito molto particolare, che è quello di formare persone in grado di essere nel mondo
del lavoro per i prossimi 40 anni”. La Rettrice ha evidenziato che quindi bisogna imparare ad
anticipare, gestire e utilizzare i cambiamenti tecnologici: “formazione, ricerca e innovazione, sono
alla base del progresso economico-sociale, e sono il punto di arrivo delle persone che abbiamo
formato.”

Un concetto di complementarità, ripreso dal Professor Giorgio Ventre, Apple Developer Academy-
Federico II di Napoli, che ha portato l’esempio della “Developer Academy”, realizzata in
partnership tra l’Università Federico II di Napoli e Apple, che vede una formazione complementare
affiancare quella tradizionale dell’Università. Un progetto che, oltre a formare, può essere anche
uno strumento in grado di risolvere alcuni problemi a cui una realtà complicata come quella
universitaria è soggetta, come la molta burocrazia. Iniziative come queste, che hanno un compito
diverso, complementare a quello dell’Università sul formare sulle nuove tecnologie, sono molto
importanti anche per la Rettrice Sciuto, che ha sottolineato il basso numero di laureati in Italia,
solo il 20% delle persone di età compresa tra i 25-64 anni. Anche per Francesco Billari,
Rettore dell’Università Bocconi di Milano, “player digitali e Università devono lavorare insieme” e
la bassa percentuale di laureati nel nostro Paese è un serio problema: “l’Italia ha un livello di
capitale umano di partenza che è insoddisfacente rispetto al mondo digitale con cui vogliamo
competere. Il primo punto è portare più ragazzi e ragazze alla soglia dell’Università, e poi queste
devono andare a formare i leader del futuro, magari con una differenziazione più ampia rispetto a
quello che c’è oggi”.
La formazione deve quindi andare di pari passo, o meglio, anticipare, l’innovazione, collaborando
in questo senso anche con le aziende, per precedere i cambiamenti continui e sempre più rapidi,
gestirli e non adeguarsi a essi, ma imparare a sfruttarli.

Per quanto riguarda invece le competenze, è ancora il tempo per quelle verticali, oppure della
visione olistica? La Rettrice Iannantuoni ritiene che, non sapendo con certezza quali saranno le
future esigenze specifiche del mercato del lavoro: “quello che dobbiamo insegnare è il metodo,
cioè essere pronti a cambiare: la flessibilità, quindi come si imparano cose nuove e l’apertura
mentale ad impararle”. Ricerca di flessibilità e ibridazione sono perciò indispensabili: “le
competenze trasversali per questa generazione sono ovvie – ha messo in luce il Rettore Billari -.
[…] Alcune delle distanze che ci sono tra discipline devono accorciarsi. Gli studenti stessi vanno a
cercare questa ibridazione”. Pensiero ripetuto anche dal Prof. Ventre: “una caratteristica
fondamentale dell’Università, che è un pregio, è la solidità, che però non può diventare staticità.
[…] Sicuramente dobbiamo aprirci: la collaborazione con il mondo produttivo è importante”.
Questo per Ventre significa multidisciplinarietà, ovvero: aprire le porte nella formazione e non
procedere per singole verticali formative. Il rischio da evitare è che: “gli ingegneri elettronici non
parlino con specialisti di linguistica o con i filosofi. Sarebbe un errore letale, non solo da un punto di
vista applicativo, ma anche da un punto di vista metodologico”.
Quale sarà quindi il ruolo dell’Università in relazione alla cultura e alla società? Quello di motore di
internazionalizzazione, uno strumento di incontro di diversità e di inclusione, di impatto positivo e
coordinante sul territorio e anche un ascensore sociale. Gli Ospiti hanno infatti espresso come le
Università abbiano una grande responsabilità sociale, a seconda del contesto in cui operano siano
una porta verso la realtà internazionale, o possano valorizzare quella locale e, last but not least,
siano un mezzo per cambiare positivamente il proprio futuro.
Si è parlato anche di sport: nella formazione culturale e sociale dell’individuo, anche l’attività
sportiva dovrebbe giocare un ruolo fondamentale e complementare. La buona notizia è che, come
spiegato dai Rettori, le Università stanno investendo e lavorando per valorizzare anche questo
aspetto. Ci sono in corso dei veri cambiamenti che hanno portato, e stanno portando, anche
grandi risultati positivi.

In chiusura, il Filosofo Floridi ha chiesto agli Ospiti che cosa, se potessero utilizzare una bacchetta
magica, cambierebbero nel sistema universitario italiano. Tutti hanno concordato sul fatto che
sarebbe necessaria più libertà decisionale e che sarebbe anche ottimale poter garantire la
possibilità di frequentare l’Università anche a chi non se lo può permettere. Desideri condivisi
dallo stesso Professor Floridi.

La puntata di Fabrica Floridi sarà visibile in streaming da lunedì 25 settembre sul sito di Forbes.it,
Formiche.net, FabricaFloridi.tv e Nuvolaverde.eu, la piattaforma della comunicazione responsabile
realizzata in collaborazione con BFC Media e con il magazine tv&web Siamo Jedi, visibile su BFC
Forbes in streaming su bfcvideo.com e stream24.ilsole24ore.com. Alcuni estratti dell’episodio
saranno visibili anche su SiamoJedi.it. Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con
Terna, Forbes e Formiche.

Il web show è condotto dal filosofo di Yale University e di Alma Mater Studiorum Università di
Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di
impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico.
Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.
La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). La produzione di Fabrica Floridi è
coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero Beccaria con i ragazzi dell’area penale interna ed esterna IPM e USSM Cesare Beccaria di Milano: Vanessa Costa, Federico F. Davide R. Mattia
Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo Zen.

Siamo Jedi – Smart Mobility

0

Siamo Jedi – La sostenbilità di Alfonsino

0

Siamo Jedi – Sartoria Digitale

0

Siamo Jedi – La transizione digitale nell’immobiliare

0

Fabrica Floridi – Ep.20 – L’era dell’Intelligenza Artificiale

0

L’era dell’Intelligenza Artificiale: già dalla parola “era” deduciamo la vera portata di questo
fenomeno, una tecnologia che sta trasformando ogni cosa intorno a noi, come sostenuto in
apertura dal Filosofo da Oxford Luciano Floridi: “l’intelligenza artificiale si infila nel contesto della
rivoluzione digitale, questo vuol dire che fa anche da moltiplicatore di molte questioni. Non solo è
una grande rivoluzione in sé, ma moltiplica l’impatto delle altrettante rivoluzioni intorno a noi che
fanno parte di questa ‘era del digitale’”. Floridi ha messo in luce anche un secondo importante
punto spiegando come, negli ultimi 5-6 anni circa, siamo passati da un tipo di intelligenza
artificiale a un altro. La “vecchia” IA era basata sulla logica matematica, mentre quella nuova, più
recente, si basa sulla statistica. E proprio su quest’ultima tecnologia, che lega tanti dati a un certo
tipo di informazione, sono in corso innumerevoli discussioni, sui rischi e le opportunità che offre,
ma anche sulle preoccupazioni dal punto di vista etico.

E di questi rischi e opportunità c’è molto da dire anche per quanto riguarda il mondo della finanza.
Corrado Passera, fondatore Illimity, ha spiegato in che modo cambierà il nostro rapporto con il
denaro, la gestione delle risorse economiche, e quali sono i principali vantaggi che l’IA può portare
in questo senso: “queste nuove intelligenze avranno un’influenza fortissima in tutti i settori.
Certamente il mondo del denaro e della finanza sarà fortemente condizionato, e credo in generale
soprattutto in positivo, anche se siamo solo all’inizio della digitalizzazione. Certamente ci darà
modo di essere molto più coscienti di quali sono i bisogni di ciascuno, e soprattutto ci sarà la
possibilità di conoscere di più tutte le varie possibilità che esistono per soddisfare questi bisogni.
Arriveremo a delle personalizzazioni addirittura individuali delle offerte che banche e altri operatori
finanziari potranno fare. Questo porterà a una grandissima concorrenza tra operatori, cosa che
sarà a vantaggio dei consumatori”. Vantaggi quindi per i consumatori, la sfida per gli operatori
sarà quella di differenziarsi dagli altri.

Anche il Cardinale Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana,
ha concordato sul fatto che queste nuove tecnologie abbiano capacità straordinarie, per quanto
riguarda operatività, condivisione e confronto. Come in ogni cosa però, c’è bisogno di tanta
consapevolezza: “non è un male – ha affermato il Cardinale Zuppi -, ma lo può diventare. Proprio
per questo l’etica è una dimensione assolutamente fondamentale nelle riflessioni su questi temi e
sulla crescita dell’IA”. In particolare, rispondendo a una domanda degli Jedi relativa alla
dichiarazione di Papa Francesco: “l’intelligenza artificiale incide sul nostro modo di comprendere il mondo e noi stessi”, il Cardinale ha risposto di concordare sul fatto che possa incidere, e ha messo
in risalto come spesso nemmeno ce ne accorgiamo e ne siamo condizionati indirettamente.
Questo è pericoloso. Concordando con Floridi, Zuppi ha ribadito che, nel rapporto uomo-
intelligenza artificiale c’è bisogno di consapevolezza, di capacità di riflessione e padronanza di sé.
E ancora, intelligenza artificiale e mobilità: enormi possibilità per il futuro senza mai dimenticarsi
anche degli aspetti meno positivi e più rischiosi: Fabio Moioli, Practice Tech Spencer Stuart, ha
affermato che le sfide da affrontare: “sono prima di tutto in precisione e robustezza: la sicurezza
delle auto che si guidano da sole, che dovranno essere in grado di gestire anche situazioni molto
diverse, addestrate con una quantità enorme di contesti e possibili scenari, anche con una certa
capacità di gestire l’incertezza e l’imprevedibilità, che è normale nel mondo fisico in cui viviamo.
C’è poi il tema fondamentale della sicurezza dei dati, essenziale nel futuro della mobilità dell’ auto
self driving”.

Tra i molti ambiti in cui l’intelligenza artificiale incide, c’è anche quello editoriale. L’IA scriverà
articoli, libri, sceneggiature? Condiziona il modo in cui consumiamo i contenuti? Fino a che punto
l’informazione? Alessandra Carra, AD Feltrinelli ha sottolineato come esistono sì strumenti
tecnologici in grado di generare delle storie, attraverso una serie di dati, ma che questo non
significa che questi mezzi le “creino”, infatti: “la creazione, e quindi l’ideazione è sempre
dell’autore. L’autore parte da zero, parte da uno stimolo piccolissimo, da una storia”. E sul binomio
digitale-cartaceo ha proseguito: “sarà un percorso evolutivo ma non sostitutivo, la parte digitale
può allargare e ampliare il mercato della lettura”.
Finanza, etica e spirito, mobilità, editoria, e per quanto riguarda il campo dell’istruzione? Chi
guiderà l’era dell’intelligenza artificiale. Quali competenze? Le Università sono pronte? Giovanna
Iannantuoni, Rettrice dell’Università degli Studi Milano-Bicocca ha risposto che le Università
italiane, in particolare la Bicocca di Milano, stanno preparando gli studenti agli sviluppi e nuove
opportunità dell’IA, ad esempio con l’apertura di corsi di laurea e master specifici, attraverso
percorsi trasversali nei corsi di laurea tradizionali e attraverso l’orientamento. “Invece di avere
paura dell’intelligenza artificiale – ha detto la Rettrice -, dobbiamo imparare a comprenderla e
gestirla, mantenendo nostra la capacità di creare. Ogni volta che creiamo qualcosa portiamo
un’innovazione e facciamo fare all’umanità un salto in avanti”.
Nuove sfide da affrontare, nuovi rischi da correre e da soppesare con cautela, ma anche tanti
diversi scenari positivi e innovativi per il futuro, basterà usare la testa (e il cuore).

La puntata di Fabrica Floridi è visibile sul sito di Forbes.it, Formiche.net, FabricaFloridi.tv e Nuvolaverde.eu, la piattaforma della comunicazione responsabile realizzata in collaborazione con BFC Media e con il magazine tv&web Siamo Jedi, visibile su BFC Forbes (Sky 511, TivùSat61 e DT 260) e in streaming su bfcvideo.com e stream24.ilsole24ore.com. Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con Terna, Forbes, Formiche.

La prima parte della puntata andrà in onda sul canale Sky 511 il 26 giugno alle ore 21:00, la seconda il 3 luglio alla stesso orario.

Guarda in streaming la prima parte: https://youtu.be/NizTRAeZ0aI

Guarda in streaming la seconda parte: https://youtu.be/uXP8KCVZJjI

Il web show è condotto dal filosofo di Oxford University e di Alma Mater Studiorum Università di Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico.
Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.
La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). In redazione gli Jedi di Nuvolaverde
(Luca Bogarelli, Matteo Pagliariccio, Jacopo Corsani), di Punto Zero Beccaria (Alessandra Turco, Enea Scutellà) e di 000 – Intelligence of Things (Noemi Narcisi). La produzione di Fabrica Floridi è coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero Beccaria con i ragazzi dell’area penale interna ed esterna IPM e USSM Cesare Beccaria di Milano: Vanessa Costa, Federico F. Davide R. Mattia Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo Zen.

Siamo Jedi – Ta-Daan!

0

Siamo Jedi – Attiviamoci!

0

Siamo Jedi – Reginae: la transizione digitale nell’arte e nella cultura

0