Home Blog Pagina 18

Premio Aretè 2021 – Lisa Manzoni – Puntozero

0

Premio Aretè 2021 – Oscar di Montigny – “Revolution”

0

Premio Aretè 2021 – Paola Pallotta – Diversity and inclusion

0

Premio Aretè 2021 – Stefano Benazzo

0

Premio Aretè 2021

0

Banksy a Parma in Mixed Reality e la Digital Humanities di Nuvolaverde

0
Banksy
Banksy

Banksy come non l’avete mai visto, aumentato grazie al visore Microsoft HoloLens 2: ovvero la ‘magia’ della mixed reality di Hevolus grazie a Microsoft a Palazzo Tarasconi a Parma. Il 17 gennaio iniziativa di esordio del mentoring program Digital Humanities Design organizzato da Nuvolaverde. Sarà proprio Palazzo Tarasconi la sede ufficiale della piattaforma che ha l’obiettivo di definire figure manageriali in grado di applicare modelli innovativi nella fruizione e valorizzazione dei beni artistici e culturali italiani. Il programma è realizzato in collaborazione con il Master in Comunicazione Digitale dell’Università di Parma, con Banca Generali Private, con Hevolus e Askanews. 

L’evento mixed reality su Banksy – organizzato da Boutique Agency – sarà l’ultimo atto della mostra che chiude i battenti e nello stesso tempo segna l’apertura di un percorso di grande visione strategica. “Come Banca Generali Private  in collaborazione con Nuvolaverde e sotto l’egida del filosofo Luciano Floridi da Oxford e Alma Mater Bologna, saremo il partner capofila del mentoring program Digital Humanities Design. Crediamo che una grande Banca debba essere in prima linea nella definizione di una strategia di sviluppo del Paese – afferma Alessandro Mauri, Area Manager Banca Generali Private Emilia-Romagna, Toscana e Bassa Lombardia – e che investire nel futuro d’impresa per il patrimonio culturale sia la strada giusta anche in vista dei grandi cambiamenti che la transizione digitale sta portando in questo settore di grande rilievo strategico per il nostro futuro economico e sociale”. 

L’obiettivo del mentoring program è definire le competenze di una figura manageriale che, attraverso le tecnologie digitali, contribuisca alla fruizione e valorizzazione innovativa del nostro patrimonio. Questo processo ha il fine di generare nuove competenze (studenti, neolaureati) o rigenerarle (professionisti, manager, imprenditori, dirigenti PA) sotto l’egida scientifica di Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica dell’informazione alla Oxford University e professore di Sociologia della Cultura e Comunicazione Università Bologna. Coordinamento scientifico e attività di informazione eventi e studi sono sotto la direzione del presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.

Digital Humanities Design è uno fra i numerosi mentoring program organizzati da Nuvolaverde (Transizione Digitale, Informazione aumentata, Green&Blu, Diversity e Inclusion) tutte legate al concetto chiave di design concettuale: È il design concettuale, non la logica formale – spiega Luciano Floridi – che si trova al cuore del pensiero. La conoscenza è design, e quella filosofica è l’ultima forma di progettazione concettuale. La filosofia non è nemmeno un’aspirina concettuale, una super-scienza o la manicure del linguaggio. Il suo metodo è il design concettuale, cioè l’arte di identificare e chiarire domande aperte e di ideare, raffinare, proporre e valutare risposte esplicative. La filosofia può essere estremamente utile poiché, intesa come progetto concettuale, forgia e perfeziona le nuove idee, teorie, prospettive e, più in generale, la struttura intellettuale applicata per comprendere e affrontare le domande che ci sfidano”.

L’attività di orientamento sulle Digital Humanities si propone di fornire strumenti funzionali all’azione promozionale (web marketing, social networking) e alla relazione digitale con visitatori e turisti (realtà virtuale e aumentata).  “La valorizzazione digitale del patrimonio culturale è funzionale a diversi punti di vista – spiega Enzo Argante che coordinerà il gruppo di studenti del Master in Comunicazione Digitale dell’università di Parma –: la digitalizzazione assicura vita eterna ai nostri beni culturali costituendo database utilizzabile sia dal punto di vista della classificazione che della ricerca; consente l’accesso anche alle opere nei ‘magazzini’ penalizzate dalla mancanza di spazi espositivi o di risorse per crearne di nuovi; all’interno della stessa struttura museale o via internet – anche grazie ai social network – è fondamentale in un ottica promozionale. La digitalizzazione, infine, potrebbe assicurare – con semplici ed economiche applicazioni aggiuntive – la tracciabilità delle opere. Il target dei mentoring program è articolato: indirizzare i giovani alle tecniche e ai linguaggi digitali, strumento indispensabile per la competitività internazionale professionale e d’impresa; indirizzare operatori e manager sulle pratiche e sui linguaggi base della conoscenza (e quindi dell’apprendimento) digitale; creare consapevolezza sulla cultura prima risorsa per il futuro economico del Paese”.

C’è poi la tecnologia digitale che è in grado di ampliare la sfera emozionale nella relazione  attraverso smartphone, tablet e occhiali smart ma soprattutto grazie agli Hololens è possibile concepire e strutturare nuovi e coinvolgenti modelli di relazione con il pubblico: “Dalle informazioni aggiuntive sulle opere – afferma Antonio Squeo, Ceo e co-founder di Hevolus – alle ricostruzioni digitali di opere e siti con inserimento di personaggi, situazioni e oggetti 3D che consentono di rivivere i contesti originali, in una lopica di Metaverso”.

Il mentoring program di Nuvolaverde potrà contare sulla ‘redazione’ del master di Parma che racconterà progetti e Iniziative che in Italia e nel mondo stanno aumentando il patrimonio artistico e culturale: “Scopo dei mentoring program è– spiega ancora Enzo Argante che coordinerà il gruppo di studenti del Master in Comunicazione Digitale dell’università di Parma – indirizzare i giovani alle tecniche e ai linguaggi digitali, strumento indispensabile per la competitività internazionale professionale e d’impresa; ma anche orientare operatori e manager sulle pratiche e sui linguaggi base della conoscenza (e quindi dell’apprendimento) digitale. In comune c’è la missione di creare consapevolezza sulla cultura prima risorsa per il futuro economico del Paese”.

Palazzo Tarasconi nel cuore del centro storico di Parma, diventa così il luogo simbolo della Digital Humanities: “Il Palazzo avrà un ruolo centrale – spiega il proprietario Corrado Galloni –  e non solo simbolicamente: la galleria che già ha ospitato la mostra di Ligabue e Banksy, sarà il luogo della ricerca e sperimentazione dei modelli di mixed reality applicati al nostro straordinario patrimonio artistico. Un laboratorio da cui nasceranno idee e progetti che, grazie alla collaborazione con le aziende protagoniste, condivideremo con tutti i centri di ricerca nel settore”.  

L’esperienza di mixed reality che segna l’esordio del mentoring program Digital Humanities Design di Nuvolaverde, è stata resa possibile dalla collaborazione con la Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma che ha organizzato l’esposizione del famoso street artist inglese a Palazzo Tarasconi:  “La reinterpretazione dell’esposizione in chiave aumentata  – afferma il presidente Augusto Agosta Tota – è la conferma che l’arte non ha limiti, non è una forma espressiva statica ma in continua evoluzione. Anche quando espressione di tempi lontani. Per questo ci onora entrare a far parte del mentoring program Digital Humanities a cui daremo il nostro contributo di visione culturale”

Per Merito, per Diritto

0
Marco Morganti

Una piccola fortuna per chi vuole costruirsi un futuro di lavoro e d’impresa. Firmato Intesa Sanpaolo: fino a 50 mila euro da restituire in trent’anni, poco più di 50 euro al mese. Vuol dire scommettere seriamente sul proprio futuro. Dalla nuova Direzione Impact della più grande banca italiana, firmato da Marco Morganti ideatore dell’icona della finanza per il non profit Banca Prossima, ecco ‘per Merito’, il prestito d’onore per gli studenti che guardano lontano. 

E’ pensato per affrontare i costi di rette di iscrizione, di alloggio e tutto quello che può servire nell’ambito di un corso di studi. Pochi e semplici requisiti per l’accesso al prestito: è sufficiente essere iscritti ad un corso di studi in Italia o all’estero ed essere residenti nel nostro Paese oppure iscritti all’Aire (anagrafe italiani residenti all’estero). In cambio non è richiesta alcuna garanzia, ma solo l’impegno di dare un numero medio di esami: il 70% dei crediti previsti per il periodo. L’utilizzo del denaro è totalmente sotto la responsabilità dello studente e quindi non va rendicontato; il credito concesso può essere restituito in 30 anni, dopo la conclusione degli studi e dopo un “biennio ponte” nel quale non si pagano interessi e ci si può orientare nel mondo del lavoro. La convinzione di fondo è che chi studia, grazie alla formazione ricevuta, avrà più facile accesso al lavoro e sarà meglio pagato (Istat certifica che un quarantenne laureato guadagna il 150% di un diplomato); quindi si troverà nelle condizioni di ripagare il credito. Il resto è fiducia. Lo scopo dell’iniziativa è quello di garantire una formazione continua a chi voglia proseguire gli studi dopo il diploma presso un’Università o qualunque istituto dell’Istruzione Terziaria (ITS, scuole superiori per le Arti) più una serie di soggetti equiparati che hanno sottoscritto il protocollo “per Merito” con Intesa Sanpaolo. Ma anche ripensare ad un nuovo modo di lavorare, sempre più veloce e in mutamento, da aggiornare necessariamente alle dinamiche del post pandemia.

“Quando inizi a restituire l’importo del prestito – spiega Marco Morganti – gli interessi entrano a far parte del ‘Fund for Impact’ di Intesa Sanpaolo. Potranno così aiutare altri studenti universitari a finanziare i propri studi, in uno schema mutualistico virtuoso. Perché il Gruppo Intesa Sanpaolo riconosce nell’istruzione il principale strumento di valorizzazione del capitale umano e un fondamentale contributo per la crescita del Paese”.

Lapalissiano vero? Ma niente affatto scontato. La premessa è stata: è accettabile che un Paese e un sistema bancario moderni considerino ‘primi esclusi’ 1.700.000 studenti universitari che rappresentano la nostra maggiore risorsa strategica?

Stiamo parlando di persone delle quali questo paese ha bisogno come del pane visto che siamo agli ultimi posti nell’OCSE per qualificazione del capitale umano – ricorda Marco Morganti – per non dire del record mondiale dei fuori corso del sistema Italia: chissà che non ci sia una relazione di causa effetto tra lavori sottopagati, fantasiose soluzioni di housing ‘quattro per stanza, in nero’ ed efficacia negli studi…”.

Per Merito” in realtà nasce da lontano, poco meno di un paio di decenni fa, incontrando in Fondazione Cariplo il leggendario presidente Giuseppe Guzzetti, che con un fondo di garanzia consentì alla banca di erogare i primi prestiti agli studenti dei Politecnici italiani.

Quell’esperienza consegnò ai vertici di Intesa Sanpaolo le prime evidenze statistiche, entusiasmanti: la qualità del credito rimase superiore al 99%: solo lo 0,4% degli studenti non restituirono il prestito ricevuto. Siamo nel 2007, quando la ‘piccola’ Banca Prossima scopre il mondo del non profit, l’alleato perfetto nella creazione di valore per la collettività, un moltiplicatore fatto di 300.000 soggetti giuridici e di 6 milioni tra volontari e dipendenti… Scritto a chiare lettere nello statuto di Prossima c’è un altro principio:almeno il 50% degli utili della banca sono destinati ad alimentare un fondo patrimoniale che ha il compito di fronteggiare la maggiore rischiosità dei finanziamenti concessi a soggetti con merito creditizio insufficiente.

Anche questa è una novità rispetto al mainstream, e come tutte le innovazioni vere ha una sua plastica bellezza che si può guardare da più parti. Anche se la parola sembra pesante, io mi sento di spenderla: quella di Prossima è un’evoluzione del modo di fare banca. Molte volte ho sentito definirci come la banca etica di Intesa Sanpaolo. Ecco, non c’è modo di tradire di più il senso di quanto è stato fatto; la nostra rivoluzione è avvenuta dall’interno e coerentemente, non antagonisticamente; non ci ha mai trasformato in un’antibanca. Avrebbe potuto? Prossima è stata banca specializzata in un segmento etico dell’economia del quale ha assunto alcuni comportamenti allo scopo di essere più efficace e produrre più valore sociale, rimanendo orgogliosamente parte del maggiore gruppo bancario italiano”.

Anno dopo anno il Fondo di Prossima raggiunge quota 50 milioni di Euro, consentendo fino a 250 milioni di credito a soggetti non bancabili, in aggiunta ai 4.5 miliardi messi a disposizione di enti non profit con merito di credito. Obiettivo raggiunto: nel 2019 Prossima e Intesa diventano una sola cosa, nel nome e per conto dell’ ‘economia del Bene Comune’.

Ecco da dove, come e perché nasce “per Merito”, la prima operazione del nuovo corso. I prossimi passi ricalcheranno gli obiettivi del Fund For Impactil generatore di prestiti che nel primo anno e mezzo di attività sta sostenendo quattro diritti: quello al lavoro, quello alla conciliazione con la maternità (con un prestito a tutte le working mothers), quello all’istruzione e quello dei lavoratori che hanno perduto il posto e non ancora maturato i requisiti pensionistici. Prima potevano solo aspettare, ora possono usufruire di un prestito impact con il quale pagare i contributi obbligatori INPS. Lo restituiranno con la cessione del quinto della pensione.

“E’ questo il valore civile del credito – è la bella definizione di Marco Morganti – i diritti, specie se del più alto rango, devono prevedere l’effettiva possibilità di essere messi in atto o restano vuote petizioni di principio; in questa luce il credito diventa un fattore abilitante dei diritti costituzionali: studio, lavoro, salute, famiglia. Se è così, si può immaginare il credito stesso come un diritto, ben diverso da quella visione tutta discrezionale che non a caso definiamo merito creditizio”.

Da Banca Prossima a IntesaSanpaolo, l’avventura non profit continua…

Photo Credit: www.askanews.it.

Influencer, etica e personal branding: intervista a Omar Rossetto

0
Omar Rossetto

Dal percorso di studi in comunicazione ha scoperto la sua passione per il marketing: poi una “montagna di libri” e tanta formazione online gli hanno permesso, insieme alla crescita professionale avvenuta all’interno degli uffici di Velvet Media, di scrivere un libro e di co-fondare una start up. “Una piattaforma web che sfrutta la visibilità degli influencer a scopo benefico” e “un portale che si occupa di mediazione tra aziende e influencer, per creare strategie di promozione vincenti” sono due dei progetti portati avanti da Omar Rossetto con la sua Just X.

Omar, hai scritto il libro: Influencermania. La storia, le novità e le strategie della più proficua attività media degli ultimi anni. Proficua per chi?

Sì, proprio dall’esperienza maturata in questi anni, ho avuto la possibilità di mettere nero su bianco quello che ho imparato lavorando con aziende e influencer in un libro, Influencermania appunto, edito da Hoepli e uscito a giugno 2020. Per rispondere alla domanda: proficua per chi ha saputo, negli anni di esplosione di questo fenomeno, sfruttare la potenza di fuoco comunicativa degli influencer per espandere il proprio business. Parlo di aziende e brand che hanno saputo associare i loro prodotti e/o servizi a volti in linea con i loro valori e generare quindi un legame personale con i follower/clienti rendendoli ingaggiati nei loro confronti.

Aziende, ma anche politici, hanno colto le opportunità create dai social media per aumentare il proprio pubblico. In alcuni casi anche con tecniche non proprio trasparenti, come quelle che spieghi nel capitolo “Etica ed Influencer.” Sembra invece che i giornali, quanto meno quelli tradizionali, non abbiano saputo sfruttare questa opportunità. Perché, secondo te? 

Credo che il mondo dell’editoria non sia direttamente paragonabile a quello di aziende e/o politici. I social possono essere usati in maniera molto differente adattandoli ai propri bisogni, tuttavia credo che, soprattutto negli ultimi anni, abbiano pesato molto nel rapporto tra informazione e social media le tematiche riguardanti le fake news e, di conseguenza, i giornali ne abbiano risentito. 

Il giornalista, oggi, deve lavorare – al pari di un influencer – sul personal branding? Se sì, in questo modo c’è il rischio che la veridicità delle notizie passi in secondo piano rispetto all’immagine del giornalista?

Credo che ogni professionista oggi debba lavorare sul proprio personal branding.
I social media da questo punto di vista sono un ottimo volano per la visibilità e per creare nuove opportunità, anche professionali. Non credo che la veridicità delle notizie passi in secondo piano se l’attività di divulgazione viene fatta in maniera etica e professionale, anzi l’immagine del giornalista può aumentare la portata della notizia stessa.

Madre impresa – Edizione speciale Premio Areté 2020

0

Il 30 settembre 2020 l’Università Bocconi di Milano ha ospitato un’edizione speciale del premio Areté alla Comunicazione Responsabile organizzato dall’associazione Nuvolaverde con Piccola Industria di Confindustria, Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, Fondazione Cariplo, Gruppo 24 Ore, Forbes e Formiche.

Madre Impresa è stato un evento culturale e artistico durante il quale il massimo livello di rappresentanza industriale, accademico, sociale e mediatico manifesterà il grande apprezzamento per il ruolo che imprese, imprenditori, manager, associazioni e professionisti hanno avuto nel supportare l’emergenza sociale da Covid 19. Durante l’emergenza pandemica l’impresa ha riaffermato la centralità del proprio ruolo di responsabilità sociale impegnandosi in maniera concreta per soddisfare bisogni, rispondere alle emergenze, contribuire alla tenuta del sistema sociale ed economico. Ma anche a guardare avanti con speranza e fiducia.