Banksy a Parma in Mixed Reality e la Digital Humanities di Nuvolaverde
Banksy come non l’avete mai visto, aumentato grazie al visore Microsoft HoloLens 2: ovvero la ‘magia’ della mixed reality di Hevolus grazie a Microsoft a Palazzo Tarasconi a Parma. Il 17 gennaio iniziativa di esordio del mentoring program Digital Humanities Design organizzato da Nuvolaverde. Sarà proprio Palazzo Tarasconi la sede ufficiale della piattaforma che ha l’obiettivo di definire figure manageriali in grado di applicare modelli innovativi nella fruizione e valorizzazione dei beni artistici e culturali italiani. Il programma è realizzato in collaborazione con il Master in Comunicazione Digitale dell’Università di Parma, con Banca Generali Private, con Hevolus e Askanews.
L’evento mixed reality su Banksy – organizzato da Boutique Agency – sarà l’ultimo atto della mostra che chiude i battenti e nello stesso tempo segna l’apertura di un percorso di grande visione strategica. “Come Banca Generali Private in collaborazione con Nuvolaverde e sotto l’egida del filosofo Luciano Floridi da Oxford e Alma Mater Bologna, saremo il partner capofila del mentoring program Digital Humanities Design. Crediamo che una grande Banca debba essere in prima linea nella definizione di una strategia di sviluppo del Paese – afferma Alessandro Mauri, Area Manager Banca Generali Private Emilia-Romagna, Toscana e Bassa Lombardia – e che investire nel futuro d’impresa per il patrimonio culturale sia la strada giusta anche in vista dei grandi cambiamenti che la transizione digitale sta portando in questo settore di grande rilievo strategico per il nostro futuro economico e sociale”.
L’obiettivo del mentoring program è definire le competenze di una figura manageriale che, attraverso le tecnologie digitali, contribuisca alla fruizione e valorizzazione innovativa del nostro patrimonio. Questo processo ha il fine di generare nuove competenze (studenti, neolaureati) o rigenerarle (professionisti, manager, imprenditori, dirigenti PA) sotto l’egida scientifica di Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica dell’informazione alla Oxford University e professore di Sociologia della Cultura e Comunicazione Università Bologna. Coordinamento scientifico e attività di informazione eventi e studi sono sotto la direzione del presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.
Digital Humanities Design è uno fra i numerosi mentoring program organizzati da Nuvolaverde (Transizione Digitale, Informazione aumentata, Green&Blu, Diversity e Inclusion) tutte legate al concetto chiave di design concettuale: “È il design concettuale, non la logica formale – spiega Luciano Floridi – che si trova al cuore del pensiero. La conoscenza è design, e quella filosofica è l’ultima forma di progettazione concettuale. La filosofia non è nemmeno un’aspirina concettuale, una super-scienza o la manicure del linguaggio. Il suo metodo è il design concettuale, cioè l’arte di identificare e chiarire domande aperte e di ideare, raffinare, proporre e valutare risposte esplicative. La filosofia può essere estremamente utile poiché, intesa come progetto concettuale, forgia e perfeziona le nuove idee, teorie, prospettive e, più in generale, la struttura intellettuale applicata per comprendere e affrontare le domande che ci sfidano”.
L’attività di orientamento sulle Digital Humanities si propone di fornire strumenti funzionali all’azione promozionale (web marketing, social networking) e alla relazione digitale con visitatori e turisti (realtà virtuale e aumentata). “La valorizzazione digitale del patrimonio culturale è funzionale a diversi punti di vista – spiega Enzo Argante che coordinerà il gruppo di studenti del Master in Comunicazione Digitale dell’università di Parma –: la digitalizzazione assicura vita eterna ai nostri beni culturali costituendo database utilizzabile sia dal punto di vista della classificazione che della ricerca; consente l’accesso anche alle opere nei ‘magazzini’ penalizzate dalla mancanza di spazi espositivi o di risorse per crearne di nuovi; all’interno della stessa struttura museale o via internet – anche grazie ai social network – è fondamentale in un ottica promozionale. La digitalizzazione, infine, potrebbe assicurare – con semplici ed economiche applicazioni aggiuntive – la tracciabilità delle opere. Il target dei mentoring program è articolato: indirizzare i giovani alle tecniche e ai linguaggi digitali, strumento indispensabile per la competitività internazionale professionale e d’impresa; indirizzare operatori e manager sulle pratiche e sui linguaggi base della conoscenza (e quindi dell’apprendimento) digitale; creare consapevolezza sulla cultura prima risorsa per il futuro economico del Paese”.
C’è poi la tecnologia digitale che è in grado di ampliare la sfera emozionale nella relazione attraverso smartphone, tablet e occhiali smart ma soprattutto grazie agli Hololens è possibile concepire e strutturare nuovi e coinvolgenti modelli di relazione con il pubblico: “Dalle informazioni aggiuntive sulle opere – afferma Antonio Squeo, Ceo e co-founder di Hevolus – alle ricostruzioni digitali di opere e siti con inserimento di personaggi, situazioni e oggetti 3D che consentono di rivivere i contesti originali, in una lopica di Metaverso”.
Il mentoring program di Nuvolaverde potrà contare sulla ‘redazione’ del master di Parma che racconterà progetti e Iniziative che in Italia e nel mondo stanno aumentando il patrimonio artistico e culturale: “Scopo dei mentoring program è– spiega ancora Enzo Argante che coordinerà il gruppo di studenti del Master in Comunicazione Digitale dell’università di Parma – indirizzare i giovani alle tecniche e ai linguaggi digitali, strumento indispensabile per la competitività internazionale professionale e d’impresa; ma anche orientare operatori e manager sulle pratiche e sui linguaggi base della conoscenza (e quindi dell’apprendimento) digitale. In comune c’è la missione di creare consapevolezza sulla cultura prima risorsa per il futuro economico del Paese”.
Palazzo Tarasconi nel cuore del centro storico di Parma, diventa così il luogo simbolo della Digital Humanities: “Il Palazzo avrà un ruolo centrale – spiega il proprietario Corrado Galloni – e non solo simbolicamente: la galleria che già ha ospitato la mostra di Ligabue e Banksy, sarà il luogo della ricerca e sperimentazione dei modelli di mixed reality applicati al nostro straordinario patrimonio artistico. Un laboratorio da cui nasceranno idee e progetti che, grazie alla collaborazione con le aziende protagoniste, condivideremo con tutti i centri di ricerca nel settore”.
L’esperienza di mixed reality che segna l’esordio del mentoring program Digital Humanities Design di Nuvolaverde, è stata resa possibile dalla collaborazione con la Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma che ha organizzato l’esposizione del famoso street artist inglese a Palazzo Tarasconi: “La reinterpretazione dell’esposizione in chiave aumentata – afferma il presidente Augusto Agosta Tota – è la conferma che l’arte non ha limiti, non è una forma espressiva statica ma in continua evoluzione. Anche quando espressione di tempi lontani. Per questo ci onora entrare a far parte del mentoring program Digital Humanities a cui daremo il nostro contributo di visione culturale”
Influencer, etica e personal branding: intervista a Omar Rossetto
Dal percorso di studi in comunicazione ha scoperto la sua passione per il marketing: poi una “montagna di libri” e tanta formazione online gli hanno permesso, insieme alla crescita professionale avvenuta all’interno degli uffici di Velvet Media, di scrivere un libro e di co-fondare una start up. “Una piattaforma web che sfrutta la visibilità degli influencer a scopo benefico” e “un portale che si occupa di mediazione tra aziende e influencer, per creare strategie di promozione vincenti” sono due dei progetti portati avanti da Omar Rossetto con la sua Just X.
Omar, hai scritto il libro: Influencermania. La storia, le novità e le strategie della più proficua attività media degli ultimi anni. Proficua per chi?
Sì, proprio dall’esperienza maturata in questi anni, ho avuto la possibilità di mettere nero su bianco quello che ho imparato lavorando con aziende e influencer in un libro, Influencermania appunto, edito da Hoepli e uscito a giugno 2020. Per rispondere alla domanda: proficua per chi ha saputo, negli anni di esplosione di questo fenomeno, sfruttare la potenza di fuoco comunicativa degli influencer per espandere il proprio business. Parlo di aziende e brand che hanno saputo associare i loro prodotti e/o servizi a volti in linea con i loro valori e generare quindi un legame personale con i follower/clienti rendendoli ingaggiati nei loro confronti.
Aziende, ma anche politici, hanno colto le opportunità create dai social media per aumentare il proprio pubblico. In alcuni casi anche con tecniche non proprio trasparenti, come quelle che spieghi nel capitolo “Etica ed Influencer.” Sembra invece che i giornali, quanto meno quelli tradizionali, non abbiano saputo sfruttare questa opportunità. Perché, secondo te?
Credo che il mondo dell’editoria non sia direttamente paragonabile a quello di aziende e/o politici. I social possono essere usati in maniera molto differente adattandoli ai propri bisogni, tuttavia credo che, soprattutto negli ultimi anni, abbiano pesato molto nel rapporto tra informazione e social media le tematiche riguardanti le fake news e, di conseguenza, i giornali ne abbiano risentito.
Il giornalista, oggi, deve lavorare – al pari di un influencer – sul personal branding? Se sì, in questo modo c’è il rischio che la veridicità delle notizie passi in secondo piano rispetto all’immagine del giornalista?
Credo che ogni professionista oggi debba lavorare sul proprio personal branding.
I social media da questo punto di vista sono un ottimo volano per la visibilità e per creare nuove opportunità, anche professionali. Non credo che la veridicità delle notizie passi in secondo piano se l’attività di divulgazione viene fatta in maniera etica e professionale, anzi l’immagine del giornalista può aumentare la portata della notizia stessa.
Madre impresa – Edizione speciale Premio Areté 2020
Il 30 settembre 2020 l’Università Bocconi di Milano ha ospitato un’edizione speciale del premio Areté alla Comunicazione Responsabile organizzato dall’associazione Nuvolaverde con Piccola Industria di Confindustria, Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, Fondazione Cariplo, Gruppo 24 Ore, Forbes e Formiche.
Madre Impresa è stato un evento culturale e artistico durante il quale il massimo livello di rappresentanza industriale, accademico, sociale e mediatico manifesterà il grande apprezzamento per il ruolo che imprese, imprenditori, manager, associazioni e professionisti hanno avuto nel supportare l’emergenza sociale da Covid 19. Durante l’emergenza pandemica l’impresa ha riaffermato la centralità del proprio ruolo di responsabilità sociale impegnandosi in maniera concreta per soddisfare bisogni, rispondere alle emergenze, contribuire alla tenuta del sistema sociale ed economico. Ma anche a guardare avanti con speranza e fiducia.