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Siamo Jedi – Fuori era primavera

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Siamo Jedi – Moda e sostenibilità

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Siamo Jedi – L’Uno per l’Altro

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Fabrica Floridi – Ep.15 – Moda e sostenibilità

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Moda e sostenibilità è il tema del nuovo episodio di Fabrica Floridi, il web show condotto dal filosofo Luciano Floridi. Ospiti della puntata nomi esperti e autorevoli come Carlo Capasa – Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana, Martino Scabbia Guerrini – Executive Vice President, President EMEA, APAC & Emerging Brands for VF, Arianna Alessi – Vice Presidente OTB Foundation, Fondazione del Gruppo leader nella moda, Barbara Franchin – fondatrice e direttrice di International Talent Support (ITS),
Giuseppe Montana – Head of International Wallapop, Fabio Salini – Gioielliere indipendente e
Antonio Squeo – Chief Innovation Officer di Hevolus Innovation, leader internazionale nello
sviluppo di tecnologie per customer journey phygital e immersive e nel mondo del Metaverso.

Innovazione, crescita, profitto, esperienze e sostenibilità: queste le parole chiave su cui il filosofo
Luciano Floridi ha posto l’accento trattando l’argomento moda. Moda che ha sempre guardato al
futuro, a nuovi sviluppi e tendenze e che è in continua trasformazione. Una costante evoluzione su
diversi fronti, come quello, appunto, della sostenibilità. La moda sostenibile, come sottolineato da
Martino Scabbia Guerrini, VF Group, è una realtà, che evolve e inizia a prendere forma e
consapevolezza. Secondo Scabbia Guerrini al centro del rapporto tra moda e sostenibilità, c’è il
concetto di design: “il design guida il processo di sostenibilità, in quanto non solo sceglie i
materiali, ma spesso anche i percorsi di produzione, ed è quello su cui si può spingere per
l’innovazione tecnologica, per promuovere processi circolari e raggiungere tutti gli obiettivi che le
aziende e i sistemi si pongono”. Un’industria questa, purtroppo la terza più inquinante al mondo –
ogni anno produce circa un quinto della plastica a livello globale e la sua attività di estrazione,
lavorazione e produzione dei materiali rappresenta una delle parti di maggiore impatto inquinante
in termini di emissione e di discarica-, che concentrandosi sul concetto di innovazione all’interno
del design e sui processi di produzione e dove avvengono, può fare un primo grande passo verso la
sostenibilità. Un impegno che deve essere realizzato in sinergia tra più attori, e quindi tra aziende,
mercato, infrastrutture, e dall’intero sistema politico-sociale.


I progressi fatti in questa direzione si possono verificare anche dall’esperienza di Wallapop, la
piattaforma leader nella compravendita di prodotti di seconda mano. Giuseppe Montana,
Wallapop, ha evidenziato come l’aumento di consapevolezza nell’approccio al consumo sia
esemplificato dall’utilizzo in ascesa di piattaforme di questo tipo e dall’interesse sempre maggiore
per ciò che è di second hand. Nell’ultimo anno Wallapop ha registrato un trend in crescita per
quanto riguarda la categoria moda, dimostrazione di un grande slancio verso il sostenibile.
Il legame tra moda e sostenibilità, è stato ripreso anche da Carlo Capasa, Camera Nazionale della
Moda Italiana, che ha messo in luce come il prodotto italiano sia considerato il più sostenibile nel
mondo – al secondo posto troviamo il Giappone. Secondo Capasa, nel campo della moda l’Italia
occupa il primo posto per percezione di qualità, di creatività, e di sostenibilità: “produciamo oltre il
70% della moda di alta qualità mondiale, e all’idea di bello e ben fatto tipicamente italiana, si è
aggiunta anche l’idea che il prodotto sia sostenibile.” In Italia la moda è senza dubbio di casa, un
modo per affermarci sui mercati internazionali. “Il prodotto Made in Italy – ha ripreso Capasa – è
un po’ il fiore all’occhiello di qualsiasi brand di moda di alta qualità, anche nei prodotti di grandi
brand stranieri troviamo il marchio Made in Italy, sinonimo di eccellenza.” Come espresso da
Floridi, la moda italiana è quindi uno stupendo biglietto da visita per il nostro Paese.


E a quelli che affermano che la moda è solo estetica e immagine, Arianna Alessi, OTB Foundation,
ha risposto che si sbagliano. La moda è infatti stata uno strumento per generare awareness
rispetto a cause sociali importanti. Certo, si può fare sempre di più e meglio, ma attualmente
questo ambito ha sicuramente raggiunto un livello di autocoscienza e attivismo importante. “La
moda – ha affermato Alessi – non solo è consapevole della sua capacità di influenzare i costumi, la
società e sensibilizzare verso tematiche importanti, ma è stata anche uno dei settori industriali più
attivi su questo fronte”.


Non sono mancati momenti di “magia” con l’esperienza di Giuseppe Montana e il racconto
del gioielliere Fabio Salini di un’asta milionaria a Sotheby’s Londra. Salini ha donato 53 pezzi di alta
gioielleria a favore della Fondazione Make-A-Wish, che esaudisce desideri di bambini
fortemente malati. Infine, Antonio Squeo, Hevolus, ha spiegato che l’ambito digital applicato alla
moda può essere una grande risorsa: “il poter condividere un capo, e fare in modo che su questo
prodotto diverse persone in giro per il mondo con degli avatar possano, non dico toccarlo con
mano, ma vederlo in tutti i suoi dettagli, guardarne le forme e poterle modificare, ha un impatto
incredibile, anche dal punto di vista della sostenibilità. L’alternativa per avere quel tipo di
esperienza era viaggiare.”

In chiusura, che cosa ci aspetta per il futuro? Barbara Franchin, International Talent Support (ITS),
il Contest nato nel 2002 per emergenti designer di moda, accessori e gioielli, che scopre e
promuove il loro talento, ha lanciato l’idea di un futuro aperto, dove resteranno sicuramente i
grandi “mostri sacri”, e allo stesso tempo ci saranno cambi generazionali importanti e nuovi piccoli
brand autogestisti. Ma non abbiamo una sfera di cristallo, non ci resta quindi che aspettare.


La puntata di Fabrica Floridi sarà visibile in streaming da lunedì 19 dicembre sul sito di Forbes.it,
Formiche.net e su Nuvolaverde.eu, la piattaforma della comunicazione responsabile realizzata in
collaborazione con BFC Media e con il magazine tv&web Siamo Jedi, visibile su BFC Forbes (Sky
511, TivùSat61 e DT 260) e in streaming su bfcvideo.com e stream24.ilsole24ore.com. Partner di
Fabrica Floridi è Generali Italia. Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con Forbes e Formiche.


Il web show è condotto dal filosofo di Oxford University e di Alma Mater Studiorum Università di
Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di
impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico.
Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.
La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). In redazione gli Jedi di Nuvolaverde
(Karin Piffer, Ginevra Montano, Ettore Basilico), di Punto Zero Beccaria (Alessandra Turco, Enea
Scutellà, Alex Simbana, Federico Frascella), di Fondazione Margherita Hack (Elisa Paolinelli). La
produzione di Fabrica Floridi è coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero Beccaria con i
ragazzi dell’area penale interna ed esterna IPM e USSM Cesare Beccaria di Milano: Vanessa Costa,
Federico F. Davide R. Mattia Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo Zen.

Siamo Jedi – Consumo circolare

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Siamo Jedi – Are you ReadyForIT?

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Fabrica Floridi – Ep.14 – Consumo Circolare

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Nella puntata di Fabrica Floridi dedicata al consumo circolare portano le loro testimonianze Daria Illy
membro del CDA Gruppo Illy, Giorgio Santambrogio – Amministratore Delegato di Gruppo VéGé,
Gaetano Giannetto – Fondatore e Presidente di Epipoli S.p.A., Eugenio Sapora – Country Manager
Italia di Too Good To Go, Marco Lucchini – Segretario e co-fondatore della Fondazione Banco
Alimentare e Chiara Ventura – Vicepresidente di Eataly Art House. Alla conduzione il filosofo da
Oxford Luciano Floridi.

Come spiegato dal filosofo Luciano Floridi, per la stragrande maggioranza della storia umana,
l’uomo si è basato su un consumo circolare, in cui non si buttava via nulla perché non c’era niente
da buttare. Poi, con la nascita della produzione industriale, in particolare con il dopoguerra, è
iniziato un periodo di largo consumo lineare. Adesso sta avvenendo un recupero di una tradizione
antica con tecnologie moderne, ed è proprio per questo che possiamo parlare di nuovo di
consumo circolare: “… Che il mondo non vada utilizzato come un limone, che si spreme e si butta
via per poi ricomprarne un altro, è un concetto molto antico, e molto recente, ma non molto
moderno. La modernità ci ha insegnato invece la metodologia del limone, secondo la quale spremi,
butti via e consumi di nuovo
”.

Un cambiamento nelle modalità di consumo e nelle abitudini di acquisto è avvenuto soprattutto
con la pandemia e lo sviluppo dell’e-commerce. Per Daria Illy, Illycaffè, si afferma sempre di più la
necessità di una omnicanalità. Bisogna andare incontro al consumatore trovando un equilibrio,
offrendo prodotti che possano anche essere distribuiti in modalità omnichannel, visto
anche la forte potenzialità di crescita dell’online.

Una trasformazione sta avvenendo anche per quanto riguarda il punto di vendita. Giorgio
Santambrogio
, VéGé, concordando con Illy sul concetto di omnicanalità, ha illustrato l’importanza
dell’e-commerce e dell’offerta di servizi come l’home delivery e il Click & Collect, e allo stesso
tempo ha evidenziato che i punti di vendita si stanno evolvendo e riarmonizzando, ad esempio
trasferendosi anche nelle periferie, e diventando più captive, più attraenti, per permettere al
consumatore di riscoprire il piacere di fare la spesa. Questa riscoperta e i benefici per chi
acquista sono possibili anche grazie all’utilizzo dei dati raccolti con fidelity card e simili?
Gaetano Giannetto, Epipoli S.p.A, ha risposto che un corretto utilizzo dei dati da parte di chi li
riceve porta senza dubbio convenienti miglioramenti nei processi di acquisto dei consumatori, ha
sottolineato però che è necessario rafforzare sempre di più la protezione per non spezzare la
catena di fiducia tra consumatore-cittadino e chi eroga un programma fedeltà o altri strumenti di
questo tipo.

Un ennesimo cambiamento in corso all’interno dei punti vendita è che da point of sale e point of
meeting diventano anche point of education: “abbiamo il dovere come moderna distribuzione – ha
proseguito Santambrogiodi dare dei messaggi che possano essere sempre più delle informazioni
valoriali
.” Parliamo quindi di educazione alla sostenibilità nutrizionale, diventa allora necessario
guidare i consumatori alla scoperta di una cultura del cibo, sia in fase di acquisto e consumo, sia in
cucina. A questo discorso è strettamente collegato anche quello della lotta allo spreco, fenomeno
con cui le moderne distribuzioni e altri settori, come la ristorazione, purtroppo, per questioni
strutturali, devono fare quotidianamente i conti.

Modello perfetto per le logiche dell’economia circolare, proprio in ottica di lotta allo spreco, è la
realtà di Too Good To Go, un’applicazione che mette in contatto diretto utenti e rivenditori e
permette di acquistare e ritirare box di prodotti che non sono stati venduti in tempo, a un prezzo
molto conveniente. Eugenio Sapora, Country Manager Italia di Too Good To Go, ha raccontato
come in tre anni e mezzo dal lancio, più di 6 milioni di italiani hanno scaricato questa app
antispreco. Un segnale estremamente positivo.
Un altro esempio di come si possano salvare le eccedenze perché non diventino un rifiuto, lo ha
portato Marco Lucchini della Fondazione Banco Alimentare, una realtà attiva da tanto tempo, che
dona una seconda vita ad alimenti che verrebbero distrutti. La gestione dell’eccedenza si basa su
operazioni di consumo circolare, si cerca di salvare questa sovrabbondanza perché non diventi
rifiuto, e con un processo di collaborazione con il mercato, il surplus è recuperato attraverso
donazioni da parte del mondo profit, che il Banco dona in seguito a quello no-profit.

In chiusura, Chiara Ventura, Eataly Art House, ha messo in luce come l’unione di due dimensioni,
quella dell’arte e della cultura del cibo, possa essere un modo per esportare nel mondo la cultura
agroalimentare italiana ma anche i suoi valori estetici e morali.

La puntata di Fabrica Floridi sarà visibile in streaming da lunedì 5 novembre sul sito di Forbes.it,
Formiche.net e su Nuvolaverde.eu, la piattaforma della comunicazione responsabile realizzata in
collaborazione con BFC Media e con il magazine tv&web Siamo Jedi, visibile su BFC Forbes (Sky
511, TivùSat61 e DT 260) e in streaming su bfcvideo.com e stream24.ilsole24ore.com. Partner di
Fabrica Floridi è Generali Italia. Questa puntata è stata realizzata in collaborazione Forbes e Formiche.

Il web show è condotto dal filosofo di Oxford University e di Alma Mater Studiorum Università di
Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di
impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico.
Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.
La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). In redazione gli Jedi di Nuvolaverde
(Karin Piffer, Ginevra Montano), di Punto Zero Beccaria (Carlotta Bruschi, Alessandra Turco,
Federico Frascella, Rocco Sapienza), di Fondazione Margherita Hack (Noemi Narcisi e Elisa
Paolinelli). La produzione di Fabrica Floridi è coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero
Beccaria
con i ragazzi dell’area penale interna ed esterna IPM e USSM Cesare Beccaria di Milano:
Vanessa Costa, Federico F. Davide R. Mattia Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo
Zen.

Siamo Jedi – Sapiens

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Siamo Jedi – Orgoglio (buono) italiano

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Siamo Jedi – Sorry Mom!

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